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Truffa al Comune di Montalto: due condanne

Sentenza della Corte dei Conti: Elena Aquila e Marco Nardecchia dovranno risarcire l'ente per 800mila euro

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MONTALTO – Sono stati condannati a risarcire complessivamente 807mila euro, gli autori della maxitruffa che, tra il 2005 e il 2010, costò oltre un milione al Comune di Montalto di Castro. E’ quanto prevede la sentenza emessa dalla Corte dei Conti. Nel dettaglio, Elena Aquila, all’epoca dei fatti responsabile del servizio contabilità e bilancio dell’amministrazione, dovrà sborsare 516mila euro, mentre il suo principale complice, Marco Nardecchia, romano, tecnico informatico alle dipendenze della società che gestiva i servizi informatici del comune, dovrà restituire 291mila euro. I due furono arrestati dalla Guardia di Finanza di Tarquinia nel giugno 2011, nell’ambito dell’operazione denominata ”Pagamenti Fantasma”. Con loro finirono sul registro degli indagati altre sette persone. Il processo a carico della donna è ancora in corso. Nardecchia, invece, il 2 marzo 2012, con il rito abbreviato, fu condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Nel frattempo, aveva restituito 220mila euro al Comune di Montalto di Castro. Con lui fu condannato a 2 anni di reclusione anche un altro tecnico informatico, Massimiliano Gambini. Secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, su mandato della Procura di Civitavecchia, i due, attraverso l’intromissione nel sistema informatico del Comune e con la produzione di atti pubblici falsi (mandati di pagamento e delibere) riuscirono ad appropriarsi indebitamente di oltre un milione di euro (1.032.141,60 per l’esattezza). Somme che venivano successivamente accreditate sui conti correnti intestati a ditte e a società riconducibili ai truffatori. Elena Aquila, in base a quanto emerse dalle indagini delle fiamme gialle, durate più di un anno, venne accusata anche di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico. Aveva infatti il compito di firmare i falsi mandati di pagamento. Nove complessivamente le persone coinvolte nell’inchiesta con l’accusa a vario titolo di associazione per delinquere, truffa aggravata e frode informatica.


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