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Ancora giallo sulla morte del piccolo Leo

Ancora giallo sulla morte del piccolo Leo

Non è stata ancora depositata la perizia del medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo del bimbo di 3 anni morto poche ore dopo una visita all’ospedale di Tarquinia per via di una febbre alta. L’avvocato Pier Salvatore Maruccio: «Urge dare una risposta ai familiari»

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MONTALTO – Doveva essere depositata entro il 26 maggio e invece non si sa ancora nulla della perizia del ctu, dottor Luigi Cipolloni, in merito alla morte del piccolo Leonardo, il bimbo di tre anni deceduto lo scorso 22 marzo dopo essere stato visitato e dimesso dall’ospedale di Tarquinia dove era stato portato dai genitori Valentina e Filippo intorno alle 21,30, per via di una febbre molto alta che sfiorava i quaranta gradi. Genitori che ancora oggi non conoscono le cause della morte del bimbo ritrovato morto nel letto l’indomani mattina. Una tragedia che ha gettato tutta la comunità di Pescia Romana, ma anche di tarquinia e Montalto, nel dolore e nella costernazione e sulla quale i familiari attendono di fare chiarezza. «L’assenza di notizie relative alle risultanze peritali e ad ulteriori sviluppi dell’indagine attinenti la morte del piccolo Leonardo Sonno – commenta l’avvocato Pier Salvatore Maruccio, legale della famiglia Sonno – mi hanno indotto a sollecitare la Procura di Civitavecchia agli incombenti di rito. Già nell’immediatezza del conferimento dell’incarico peritale ho chiesto che fossero sentiti dal pubblico ministero i genitori, al fine di acquisire ogni utile notizia circa il decesso, le modalità dello stesso, i tempi e quant’altro potesse tornare utile alle indagini e allo stesso consulente, dottor Cipolloni, nominato dal pm». «Si tenga presente – spiega inoltre l’avvocato Maruccio – che la consulenza, che doveva essere depositata il 26 maggio, ad oggi, non risulta in atti. A tale proposito, a seguire i numerosi solleciti inoltrati a voce, mi sono visto costretto ad ulteriori interventi, al fine unico di dare risposta alle attese dei familiari che rischiano, allo stato delle cose, di apparire drammaticamente disattese». «Non vorremmo – conclude il legale – che alla ipotizzabile situazione di malasanità, si possa aggiungere quella di una malagiustizia, che, conoscendo la società e lo zelo di questa Procura, ci sembrerebbe assolutamente improbabile». Come si ricorderà, le uniche indiscrezioni emerse all’indomani dell’autopsia avevano fatto parlare di una infezione a livello bronco-polmonare, escludendo meningite o patologie virali a livello di encefalo e celebro-spinale. Faringite ed acetone, era stato detto dai medici che poco dopo le 22 dimisero il piccolo Leo, con la prescrizione di antibiotici e tachipirina. Leonardo, secondo quando emerso, sarebbe morto in un lasso di tempo individuabile tra le tre e mezza della notte (quando il piccolo si è svegliato ed ha mangiato latte e biscotti), e le sette e mezzo del mattino, quando i genitori si sono svegliati, trovandolo già senza vita. In particolare, il decesso risalirebbe ad almeno due ore prima l’arrivo dei medici del 118, quindi presumibilmente intorno alle 5. Che non si poteva trattare di meningite i due medici (il dottor Bosi e il dottor Falesiedi), indagati per omicidio colposo quale atto dovuto, lo ribadirono più volte nelle ore successive alla tragedia, ricordando che in sede di visita il piccolo era stato sottoposto alle consuete manovre di verifica, né erano presenti le tipiche petecchie sul corpicino, come si riscontrano in casi del genere. Lo stesso gemellino del piccolo Leonardo, in una circostanza del genere, avrebbe dovuto presentare un quadro clinico similare e invece risultava in perfetta salute. L’esame autoptico sul corpicino del piccolo Leo venne eseguito presso l’istituto di medicina legale dell’Università La Sapienza di Roma, alla presenza dei periti di parte, tra cui il professor Natale Mario Di Luca, nominato dall’avvocato Maruccio. (a.r.)


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