Pubblicato il

La verità sulla natura delle alghe e delle lesioni

La verità sulla natura delle alghe e delle lesioni

La nuova perizia autoptica getta una diversa luce sulla morte della 16enne di Anguillara trovata senza vita in riva al lago di Bracciano. Il 18 settembre udienza decisiva davanti al gip del tribunale di Civitavecchia. Il medico legale Gino Saladini a Uno Mattina: «Fondamentale capire se siano pre o post mortem"

Condividi

BRACCIANO – Saranno i dettagli relativi all’ultima perizia a fare nuove luce sulla morte di Federica Magiapelo, la sedicenne di Anguillara deceduta sul lago di Bracciano la notte tra il 31 ottobre e i primi di novembre del 2012. Dettagli che saranno resi noti davanti al gip del tribunale di Civitavecchia nell’udienza fissata per il prossimo 18 settembre, nel corso della quale potrebbero venire a galla elementi decisivi per scoprire la verità sulla morte di Federica.  Una notte di Halloween tragica, durante la quale la giovane ha trascorso una serata in un pub con il fidanzato, Marco Di Muro, un cameriere di Formello di 23 anni (indagato per omicidio), e dopo un’accesa lite, è morta per annegamento sulle rive del lago. Ancora molte cose sembrano avvolte nel mistero e tutta la verità  si giocherebbe ora attorno a due nuovi indizi chiave: le alghe ritrovate nei polmoni di Federica e quelle rinvenute nei jeans del fidanzato; e le lesioni sul volto della ragazza che aprirebbero scenari diversi a seconda se fossero  attribuite dalla perizia  alle due possibili situazioni di pre o post mortem. Di questo e di altro ancora si è parlato oggi anche alla trasmissione Uno Mattina dove sono intervenuti il biologo Marino Lorenzo Moscatelli, il medico legale e criminologo Gino Saladini e il giornalista scrittore Massimo Lugli. «Potrebbe esserci un nesso quasi sicuro – ha detto il biologo Moscatelli – tra Federica e Marco, se venisse accertato che le diatomee ritrovate nei polmoni di Federica fossero dello stesso tipo di quelle rinvenute nei vestiti di Marco, poiché ogni singolo bacino di acqua ha diversi tipi di diatomee: si possono differenziare ad esempio dalla superficie al fondale. Le caratteristiche infatti cambiano a seconda della profondità». Se il giornalista Lugli parla di «indizio importante ma non esaustivo» perché «è pensabile che queste alghe si possano essere depositate anteriormente alla vicenda» o perché «il ragazzo potrebbe aver fatto una passeggiata in riva al lago», il criminologo Saladini ricostruisce i possibili scenari, spiegando il diverso significato che le alghe potrebbero assumere, a seconda se le tracce di diatomee fossero presenti solo sui polmoni della ragazza o anche nel circolo, cioè negli altri organi come fegato, reni e cervello. «Solo in questa seconda eventualità – ha spiegato Saladini – si può ipotizzare che la ragazza era viva prima di assumere in acqua. Potrebbe cioè essere stata tenuta con il viso contro l’acqua ed essere poi morta per annegamento». Le stesse lesioni al volto, se fossero pre mortem, sarebbero fondamentali in sostanza per giungere alla medesima conclusione. I genitori della ragazza, dal canto loro, continuano a sottolineare che la perizia avrebbe accertato che Federica sarebbe stata spinta con la testa verso il basso. Tutti particolari che contrasterebbero con le dichiarazioni del giovane Marco Di Muro che ha sempre affermato di aver lasciato Federica Mangiapelo in strada verso l’1,30, al termine del  litigio. (a.r.)


Condividi

ULTIME NEWS