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"Scongiurato l'arrivo di 60 migranti"

"Scongiurato l'arrivo di 60 migranti"

Sopralluogo del sindaco e del vice prefetto Leoni alla palazzina di viale della Vittoria

CIVITAVECCHIA – L’amministrazione gioisce e fa bene, di fronte al primo timido assalto della Prefettura che nella giornata di oggi ha provato a consegnare a Civitavecchia, su due piedi, i primi sessanta immigrati. Il sindaco Cozzolino ha reagito, ma si apre un fronte che difficilmente lascia presagire rapporti distesi e soprattutto di fiducia con la Prefettura in vista dell’utilizzo della caserma De Carolis. Questa volta la struttura militare non c’entra: lo scorso 4 luglio una cooperativa ha vinto un bando della Prefettura per ospitare a Civitavecchia, nella palazzina di recente costruzioni a viale della Vittoria 22, alcuni richiedenti asilo politico. Un centro di accoglienza temporaneo, del quale il Comune non sapeva nulla. E grande è stata la sorpresa, quando il vice prefetto Leone e i responsabili della cooperativa hanno chiesto al Comune di essere accompagnati sul posto per un sopralluogo, per verificare la possibilità di accoglienza di circa sessanta migranti. Tutto su due piedi, senza alcun preavviso. Cozzolino si è opposto dimostrando l’inagibilità e l’inadeguatezza di tale palazzina, oltre alle considerazioni di carattere sociale in relazione a tale accoglienza. «È impensabile pensare di poter ricevere in modo degno con così pochi giorni di preavviso delle persone bisognose», ha commentato il primo cittadino, che però si è perso nel seguito della dichiarazione. «Discorso diverso sarà invece sulla De Carolis, che verrà trattata con estrema cura e raziocinio perché i problemi di gestione, sanità, sicurezza e ordine pubblico non possono essere sottovalutati, ma anzi devono essere analizzati con profonda serietà e con il tempo dovuto».
Bravo Cozzolino, che ha saputo difendere in questa fase gli interessi della sua città, ma una precisazione va fatta: la prefettura si è rivolta al Pincio solo per questioni di ‘‘buon vicinato’’, non avendo alcun obbligo specifico e potendo procedere anche all’insaputa del Comune. Ci chiediamo, tuttavia, ascoltando le parola del sindaco sulla De Carolis, come faccia proprio lui, alla luce dell’ultimo episodio legato alla palazzina di viale della Vittoria, a fidarsi della Prefettura? Da un lato, nel tentativo di ammansire l’amministrazione comunale, gli enti sovraordinati si mostrano disposti al dialogo e al confronto sulle cose da fare, se non altro per non avere grane col territorio di Civitavecchia chiamato ad ospitare gli immigrati alla De Carolis, dall’altro procedono senza accordi preventivi, consapevoli di avere il coltello dalla parte del manico. E Cvitavecchia dovrebbe fidarsi solo perché il Sindaco si fida? Appare onestamente troppo, mentre è ancora sulla Braccianese Claudia lo scandalo del saccheggio di quella caserma (per il ripristino della quale il Governo è pronto a spendere soldi pubblici) per il quale nessuno ha pagato. Questa storia, come tutte, ha una morale: non bastano la voglia di fare bene e l’ottimismo a garantire alla città sicurezza e tutela. Non bastano neppure a garantire il benessere dei futuri ospiti.  Fidarsi è bene, non fidarsi (di fronte a fatti concreti che qualcuno ancora finge di non vedere) è meglio. E come disse Alberto Sordi nel Marchese del Grillo rivolgendosi al contabile infedele davanti ai conti alterati: ‘‘Se tu me freghi qui, me freghi su tutto’’.
Vale davvero la pena di farsi fregare, se il bidone ricadrebbe ancora una volta sulla città?

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