"Solo 15 mila euro per la pulizia dei fossi"
CIVITAVECCHIA – Torrenti esondati, acqua e fango, frane, danni per oltre 300 milioni di euro. È ancora allerta nella città di Genova, oggi in ginocchio per un’ondata di maltempo che si è rivelata disastrosa per il capoluogo ligure. Il dito viene puntato sull’amministrazione comunale, che non ha previsto, che non ha messo in campo un’adeguata azione di prevenzione nonostante i problemi ed i danni degli anni passati.
E guardando in casa nostra quale è la situazione? I rischi ci sono, e possono essere davvero dietro l’angolo. Bombe d’acqua del genere, si è visto più volte, sono imprevedibili ma frequenti. E senza una azione preventiva si rischiano problemi seri. Le criticità sul territorio sono tante e differenti. «Ma la vera criticità – ha spiegato amareggiato l’assessore all’Ambiente Alessandro Manuedda – sono le scarse risorse economiche con cui fare i conti; l’ambiente continua a subire consistenti tagli. Basti pensare che per la pulizia dei fossi abbiamo in bilancio soltanto 15 mila euro: una somma che certo non ci permette di programmare seri interventi. Ovviamente cercherò, in questi giorni, di capire quelli che sono gli interventi da eseguire in via prioritaria, per tentare di arginare possibili danni». Perché non si può aspettare l’arrivo del maltempo, per poi contare i danni. La parola d’ordine deve essere, come sempre prevenzione. Parola troppo spesso sconosciuta alla amministrazioni comunali. «Abbiamo nel frattempo fatto presente il problema e sollecitato Hcs – ha aggiunto l’assessore Manuedda – per la pulizia esterna della caditoie, attività inserita nel contratto di servizio della società. Interventi che vanno eseguiti in modo particolare in vista della stagione autunnale e del maltempo». Per quanto riguarda la pulizia interna, invece, spetta all’ufficio tecnico dei Lavori Pubblici provvedere, anche se in questo caso è facile ipotizzare lo stesso problema economico. Anche perché si tratta di rifiuti speciali che vanno smaltiti a determinati costi. Per non parlare del piano di protezione civile e di tutta una serie di protocolli da chairire e rafforzare. La costituzione del centro operativo della Protezione Civile e la sinergia tra i comuni del comprensorio è un ottimo punto di partenza, ma non basta. Serve individuare figure specifiche all’interno delle amministrazioni che siano referenti in caso di emergenza, serve mettere nero su bianco attività ed interventi. Servono risorse fondamentali che continuano a mancare. «mi aspetterei un piano straordinario a livello centrale» ha aggiunto Manuedda. Ma se si pensa che solo nel Lazio il 98% dei Comuni ha almeno un’area a rischio frana o esondazione e non ci saranno cantieri aperti contro il rischio idrogeologico né nel 2014 né nel 2015, allora la strada è tutta in salita.