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Portici condannato a risarcire il Comune per oltre 580mila euro

Portici condannato a risarcire il Comune per oltre 580mila euro

Lo ha deciso la Corte dei Conti, sezione giurisdizionale della Regione Lazio, con sentenza 814 del 14 novembre. L’ex agente contabile dal 2009 al 20012 ha riscosso gli affitti di terreni e fabbricati ma non li ha versati nelle casse dell’ente. L’indagine partì dopo un esposto del sindaco Caci. Il dipendente comunale manometteva anche il sistema informatico

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MONTALTO – Per quattro anni, dal 2009 al 2012, ha riscosso gli affitti di terreni e fabbricati per conto del Comune di Montalto di Castro del quale era dipendente come agente contabile, ma non li ha mai versati nelle casse della tesoreria comunale, annotando cifre diverse rispetto a quelle effettivamente riscosse. Per questo è intervenuto abusivamente sul sistema informatico per far risultare falsamente come effettivamente riversate tutte le somme. La conferma di quanto già rilevato dalle indagini della Guardia di Finanza, arriva dalla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale della Regione Lazio, che ha condannato Domenico Portici a risarcire il Comune di Montalto di Castro della cifra di 580.236,28 euro, oltre la rivalutazione monetaria secondo gli indici Istat (calcolata a decorrere dalla data di scadenza dei singoli canoni di locazione oggetto di omessi versamenti e fino alla data della decisione) e il computo degli interessi legali (dalla data di deposito della sentenza fino al soddisfo). Sulla base degli accertamenti effettuati nel 2012 dalla caserma di Tarquinia, guidata dal tenente Emidio Lasco, che portarono nel maggio 2013 all’arresto di Portici, la Corte dei Conti, con sentenza del 14 novembre 2014 n. 814, ha infatti riconosciuto la «piena responsabilità» dell’allora agente contabile per il complessivo ammanco di 580.236,28 euro nelle casse del Comune di Montalto, considerato che, «da quanto emerso in atti, il medesimo, in qualità di agente responsabile del servizio di riscossione dei canoni di locazione degli affitti, unico dipendente titolato all’accesso al programma informatico di contabilizzazione dei pagamenti, ha in modo intenzionale – viste le modalità fraudolente della condotta e l’entità degli ammanchi – omesso di riversare nelle casse dell’erario comunale la somma complessiva di 580.236,28 euro, riconducibile alle predette locazioni». Portici, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, incassava quindi ‘‘brevi manu’’ dagli affittuari degli immobili di proprietà comunale le somme dagli stessi dovute ed emetteva poi regolare quietanza, sottraendone, però, per fini personali, una parte cospicua, fino all’ammontare di complessivi 580.236,28 : si parla di 105.650,96 euro nel 2009; 152.420,86 euro nel 2010; 223.584,16 euro nel 2011 e 98.580,30 nel 2012. Successivamente, lo stesso Portici interveniva abusivamente sul sistema informatico comunale al fine di far risultare falsamente come effettivamente riversate tutte le somme indicate nelle ricevute di pagamento depositate presso la tesoreria comunale. L’indagine partì nel 2012 a seguito di un esposto del sindaco Sergio Caci, furono poi i finanzieri di Lasco ad accertare la differenza tra l’annotato in contabilità e quanto effettivamente incassato dal Comune. In merito alle contestazioni effettuate a Portici e alla pretesa risarcitoria, lo stesso non avrebbe controdedotto nulla, «né a seguito dell’invito a dedurre, né in esito alla citazione a comparire nel giudizio davanti alla Corte dei Conti per il quale non si è costituito». Da tale comportamento la Corte dei Conti ha quindi tratto un ulteriore «argomento di prova della sostanziale esattezza degli importi oggetto della domanda della Procura regionale, avendo l’ex agente contabile omesso di dimostrare eventuali (anche parziali) fatti impeditivi al doveroso adempimento degli obblighi commessi alla specifica gestione delle entrate dell’ente locale». 


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