Luca Brunetti è fiero della Vecchia
di ALESSIO ALTIERI
È, senza dubbio alcuno, il miglior giocatore della stagione nerazzurra: Luca Brunetti, centrale o terzino destro classe ‘88, che non ha sbagliato una partita in stagione e che, con la sua calma, dà sicurezza a tutto il pacchetto arretrato. Da qualche tempo è anche capitano, una responsabilità che sembra esaltarlo. Gli abbiamo rivolto alcune domande per capire quale sia il suo giudizio sulla stagione personale e di tutta la squadra.
Non è un’annata di facile lettura quella del Civitavecchia, ricca di alti e bassi. Giocatori importanti se ne sono andati e altri ne sono arrivati. Qual’è, ad oggi, il suo giudizio sulla stagione?
«A mio modo di vedere, il bilancio è buono. Siamo una squadra molto, e sottolineo molto, giovane. Giochiamo sempre con sei under in campo, molti dei quali sono all’esordio in questa categoria. Con queste premesse, ventitre punti e decimo posto mi sembrano un buon risultato. Certo, se guardo a certe partite in cui abbiamo perso svariati punti, qualche rammarico c’è, perché con ventisette o ventotto punti sarebbe un’altra cosa, ma, come detto, abbiamo una squadra molto giovane, e alla lunga qualcosa paghi, va bene così».
Mister Insogna vuole proporre un calcio offensivo e di possesso, dove tutti giochino il più possibile la palla. Lei per caratteristiche si sposa bene con questa filosofia e, infatti, da fuori sembra trovarcisi pienamente a suo agio, è effettivamente così?
«Sì, devo dire che personalmente mi trovo bene, però certo non è semplice. Se guardiamo alla Serie A vediamo che ci sono pochissime squadre che non buttano mai via la palla, figuriamoci noi. Va detto anche che spesso e volentieri, col vento che c’è al Fattori, è proprio impossibile giocare palla a terra, e siamo obbligati a lanciare. Certo prima con Elisei e Ruggiero erano palle quasi ingiocabili per loro, adesso con un giocatore come Kamara davanti le cose cambiano».
Ad inizio anno vi schieravate con un 4-3-3, poi siete passati al 4-4-2 e ora il mister sembra orientato verso il 4-2-3-1. Dal suo punto di vista immagino non cambi molto, ma come crede che la squadra si possa esprimere al meglio?
«Innanzitutto devo dire che la squadra può fare ormai tutti e tre i moduli, perché li conosce bene. Detto ciò, credo che il 4-2-3-1 sia lo schieramento più indicato per noi, perché abbiamo degli esterni alti di valore come Elisei che può giocare a destra o sinistra, e due giocatori come Giambi o Yamani che si muovono bene dietro la punta».
Lei invece gioca indistintamente come terzino destro o centrale, quale dei due ruoli preferisce?
«Diciamo che io, anche quando ho giocato a livelli più alti, ho sempre fatto il terzino. E anche quest’anno ero partito così, poi, verso la settima, quando Roccisano si è fatto male, sono stato spostato al centro, e devo dire che mi sto trovando molto bene e forse preferisco questa posizione. Mi piace molto guidare i compagni». La fascia di capitano quest’anno ha fatto vari giri, ma adesso sembra destinata a fermarsi sul suo braccio, che sensazione le dà?
«È una cosa che mi piace moltissimo. Sia ben chiaro: il capitano rimane Andrea Elisei. Abbiamo fatto tutti insieme questa scelta e ne sono orgoglioso».