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Tasse e servizi, Civitavecchia C'è all'attacco dell'amministrazione

CIVITAVECCHIA – L’associazione Civitavecchia C’é si dice perplessa in merito alle ultime dichiarazioni dell’amministrazione comunale sul mancato pagamento da parte di numerosi cittadini di tasse e servizi. “Dichiarazioni – hanno spiegato – che ci obbligano a delle riflessioni circa la politica attuata dall’esecutivo che, escluso il rifiuto ai finanziamenti dell’Enel, non sembra mantenere l’annunciato radicale cambiamento, ma anzi ci fa pensare che voglia usare argomenti finanziari, come in questo caso, per attenuare o addirittura sottrarsi al pubblico giudizio che in questo momento non sarebbe assolutamente gratificante”. Parlano così di accuse ingiuste rivolte alla cittadinanza “che ha dato molto e ricevuto poco e che se oggi non è al passo con i pagamenti – hanno aggiunto – molto dipende da una altissima pressione fiscale nazionale, la seconda in Europa, e dalle pesantissime addizionali regionali. Per quanto riguarda l’assessore alle Finanze pensiamo che la sua “vocazione” al pagamento “a prescindere” abbia pochi proseliti anche nel suo partito, come dimostrano le continue contestazioni effettuate alla politica fiscale nazionale, mentre sarebbe invece accettabile se le tasse non fossero sproporzionate a fronte di servizi dai costi esosi e assolutamente inadeguati. Entrando in merito alla presunta morosità locale – hanno spiegato dall’associazione – una autocritica sarebbe stata molto più adatta al momento che viviamo, poiché alle richieste di pagamento per tasse e servizi correnti, peraltro poco chiare, arrivate spesso dopo la scadenza e concentrate in tempi ristretti e in aggiunta al super aumento dell’addizionale comunale Irpef, si assisteva all’utilizzo di soldi pubblici per ricorsi ai diversi organi di giustizia contro decisioni vantaggiose per la comunità, al mancato avvio della raccolta differenziata, alle tardive riparazioni delle numerose perdite idriche. Inoltre, in concomitanza con le tasse correnti, i contribuenti sono stati chiamati a pagare una parte di Ici arretrata prima casa abolita in quasi tutti i Comuni, la Tia straordinaria 2011 che la precedente amministrazione aveva promesso di rimborsare, la Tia straordinaria 2013 con riferimento 2008/2009. Se questo non fosse sufficiente, si potrebbe anche aggiungere il mancato rispetto del principio di equità fiscale tra cittadini, considerando che 10 di questi, a seguito di un ricorso al Giudice di Pace, sono stati risarciti da Hcs con la restituzione per un lungo periodo di anni dell’Iva sulla Tia, mentre i rimanenti, oltre a non ottenere il risarcimento, continuano a ricevere bollette arretrate comprensive di Iva. Poiché il comportamento della pubblica amministrazione e quindi anche dei Comuni, che spesso non pagano i debiti  arretrati ed accertati da tempo anche di fronte a sentenze passate in giudicato non è difforme da quello dei cosiddetti “evasori”, sarebbe stato politicamente “intelligente”.

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