Vecchia cronicamente discontinua
di ALESSIO ALTIERI
Nel segno della discontinuità. Il Civitavecchia perde nella diciannovesima d’Eccellenza in casa del Real Monterosi ultimo in classifica un match che era, se non assolutamente da vincere, quantomeno categoricamente da non perdere.
Certo, quella di domenica è stata una partita decisa in modo pesante dagli episodi, con i padroni di casa che sono usciti vincitori dal campo per 2-0 grazie a due rigori e in doppia superiorità numerica, ma la sostanza non cambia: i due penalty e le due espulsioni, a detta anche del mister (che in generale contesta la prova della terna, ma non nella fattispecie degli episodi) c’erano. Quello che invece il mister non ha gradito è stata la condotta generale della terna arbitrale, definita: «come minimo imbarazzante».
Non sono andate giù ad Insogna delle ammonizioni reputate eccessive ed altre non date agli avversari, ed in generale un atteggiamento scontroso e poco disponibile da parte di arbitro e guardalinee.
Ora, per quanto le recriminazioni possano o non possano essere giuste, ed in linea generale non lo sono mai, perché se si parte dal sacrosanto presupposto della buona fede arbitrale tutte le decisioni andrebbero accolte di buon cuore, è tempo per il Civitavecchia di una riflessione profonda su come poter superare questa ormai cronica incapacità alla continuità. Al mister nell’ultima partita è piaciuta: «la dignità di non perdere la testa, tranne Sacripanti che ha avuto una reazione ad una provocazione di un avversario (giocatore non espulso, altra cosa che ha fatto arrabbiare i nerazzurri, ndc)», ma viene da chiedersi se questo sia sufficiente, ed in generale, cosa manca al Civitavecchia? Brunetti la settimana scorsa, così come tutti i componenti della squadra in questa prima metà di stagione, ha dichiarato che: «la volontà è quella di salvarsi il prima possibile per poi provare a divertirsi». La sensazione è che questo “prima possibile” non sarà prima delle ultimissime giornate di campionato, perché, a questa andatura, la Vecchia deve essere consapevole che dovrà giocarsi la permanenza in categoria fino all’ultima giornata. È sbagliato anche farsi illudere da match come quello col Fregene, quando la squadra si era imposta 1-0 e aveva mostrato un buonissimo calcio, quello non è il Civitavecchia, o meglio, anche quello è il Civitavecchia, ma in questo momento il Civitavecchia Calcio è molte cose, e pensare che possa rimanere una bella e concreta cosa sola rimane una chimera.
«La settimana prossima – ha continuato il mister – ci sarà un altro match fondamentale (in casa col Monterotondo quattordicesimo, ndc) e quella sarà una partita che ci dirà se questa sconfitta è stata un incidente di percorso. Ormai, come del resto dico ai ragazzi dall’inizio dell’anno, dobbiamo scendere in campo senza nessun pensiero e assolutamente senza guardare la classifica, in fondo dobbiamo metterci in testa che con due-tre risultati come si devono, ci si prospetterebbe davanti tutt’altro campionato». Se il mister troverà la ricetta per centrare questi due tre risultati consecutivi, allora la Vecchia può anche stare piuttosto tranquilla, altrimenti, come è probabile, deve prendere coscienza di quello che l’aspetta: un campionato lunghissimo che si concluderà effettivamente soltanto all’ultima giornata.