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"Per G. L."

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TARQUINIA – Ho letto con stupore le cronache dei giornali provinciali nei quali si riferisce dell’arresto di G. L. legato ad un suo presunto spaccio di droghe leggere ad altri ragazzi minorenni. La notizia ha sconvolto chi lo conosce e le sue qualità personali che non possono essere tutte infangate da errori di gioventù che in questo caso diventano un vero e proprio dramma per la famiglia. Si mostrano le sue foto come fosse un criminale mentre quelli veri continuano ad oltraggiare il nostro territorio. Appetiti mafiosi si scatenano ed il fatto viene minimizzato dalle notizie. Strani passaggi di proprietà, acquisti di immobili, strutture commerciali, aziende, effettuati da persone che, notoriamente non avrebbero tutta la disponibilità di denaro occorrente. Fioccano le filiali di banche. Sul territorio di Viterbo vengono segnalate numerose presenze di elementi di spicco di organizzazioni meridionali di stampo mafioso. Tutto questo va in secondo piano mentre le foto di un figlio di Tarquinia e perciò nostro figlio viene marchiato a vita per comportamenti comuni alla stragrande maggioranza dei giovani di oggi e che vanno affrontati senza l’uso della galera. I ragazzi sanno distinguere uno spacciatore da un altro che commette errori di gioventù che nella maggior parte dei casi vengono assorbiti dalla maturità e dall’amore della famiglia che in assordante solitudine lo segue. Il problema è anche una legge, la Fini-Giovanardi, che porta ogni giorno in carcere decine di giovani, davanti le prefetture centinaia di consumatori di marijuana a cui vengono richiesti improbabili test sull’urina o peggio, ritirate e sospese le patenti di guida. Mesi in cui l’opposizione del centro sinistra (del PD e dell’Italia dei Valori) è stata in silenzio nel migliore dei casi, ma spesso ha sollecitato e cavalcato le “pulizie etniche” nei centri cittadini e la lotta alla droga in modo indistinto e attraverso l’uso del fallimentare strumento del proibizionismo. Si sente l’assenza della sinistra in parlamento: quella stessa sinistra che aveva nel biennio 2006-2008 tentato di introdurre elementi almeno di depenalizzazione dei reati relativi al consumo delle droghe e introdotto una battaglia di verità e libertà sull’uso della canapa e dei suoi derivati, sia nella coltivazione individuale che nelle terapie anti-dolore. Fu proprio il moderatismo bacchettone di gran parte del centro sinistra a soffocare quei tentativi lasciando la strada libera alla definitiva applicazione della legge Fini-Giovanardi e alla conseguente repressione indiscriminata che oggi colpisce anche G. L..

Giovanni Leoni


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