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Cortocircuito democrat

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La proposta dell’Anci di istituire una imposta di sbarco sui passeggeri dei porti, da destinare alle città metropolitane, e neanche in minima parte ai comuni che subiscono la servitù del passaggio di milioni di persone sul proprio territorio, a Civitavecchia fa emergere tutte le contraddizioni del Pd.
Anzi, è un vero e proprio cortocircuito di posizioni ed interessi (istituzionali) opposti, tutti, guarda caso, rappresentati da esponenti del Partito Democratico, che oggi esprime il premier, Matteo Renzi, il presidente dell’Anci (l’associazione dei comuni italiani, che però deve al tempo stesso difendere le ragioni delle città metropolitane, che sono cosa diversa dai singoli comuni) Piero Fassino, il sindaco di Roma Ignazio Marino e, scendendo verso i territori, l’onorevole Marietta Tidei, che aveva presentato una proposta di legge per tassare i passeggeri, ma a beneficio dei comuni portuali, il sindaco di Fiumicino Esterino Montino, fino ai consiglieri comunali democrat dell’aula Pucci, che avevano sostenuto con forza le ragioni dell’ingresso (o meglio della permanenza) di Civitavecchia nella Città Metropolitana di Roma Capitale. Oggi emerge chiaramente che Roma fagocita tutto: e che essere nella città metropolitana potrà avere dei vantaggi (sulla carta), ma sicuramente sarà proprio la Capitale a beneficiarne in misura quasi esclusiva. Tutti gli altri, a partire da Civitavecchia, estrema perfieria dell’impero, sono poco più (anzi poco meno, visto il peso demografico) di un municipio. E non aiuta neppure essere rappresentati dall’unica voce fuori dal coro democrat, quella pentastellata. Che peraltro, dopo aver preso posizione contro la città metropolitana, sulla vicenda è rimasta in un assordante silenzio.

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