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‘‘Destinazione UniSalento’’, via alle iscrizioni

‘‘Destinazione UniSalento’’, via alle iscrizioni

Sono inziate le immatricolazioni all’Università per l’anno 2015/2016. Lo slogan è un invito a scegliere un ateneo con molteplici servizi

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‘Destinazione UniSalento’: lo slogan che lancia la campagna iscrizioni per l’anno accademico 2015/2016 dell’Università del Salento è un invito a scegliere un ateneo dinamico, con tanti servizi per gli studenti e sempre più vicino al territorio di riferimento, senza perdere di vista il contesto nazionale e l’apertura internazionale.
«L’Università del Salento è impegnata a rendere sempre più stretto e proficuo il legame tra didattica, ricerca e terza missione – dice il rettore, Vincenzo Zara – con un’offerta formativa che mantiene i corsi ‘storici’, punta sull’internazionalizzazione con corsi a titolo doppio o multiplo, e propone tre nuovi corsi in settori di grande interesse». Si tratta dei corsi di laurea magistrale in ‘Scienze della Formazione primaria’ (LM-85 bis), ‘Diagnostica dei Beni culturali’ (LM-11) e ‘European Heritage, Digital Media and the Information Society’ (LM-43).
‘Scienze della Formazione primaria’ (LM-85 bis) è un corso di laurea magistrale a ciclo unico quinquennale abilitante. A numero chiuso, il corso è aperto a un massimo di 70 studenti: la prova selettiva si svolgerà in tutt’Italia il prossimo 11 settembre alle ore 11; per iscriversi alla prova (sul portale http://studenti.unisalento.it) c’è tempo fino al 31 agosto.
«Esisteva un solo corso di laurea in Scienze della Formazione primaria nella regione Puglia, presso l’Università di Bari – dice Luigino Binanti, delegato e decano dei Pedagogisti del Dipartimento in Sssu – e solo in seguito a una lunga trattativa condotta in sede regionale e ministeriale è stato possibile raggiungere questo risultato. Al di là delle indiscusse agevolazioni per gli studenti interessati di tutto il Salento, l’attivazione di questo corso rappresenta un significativo risultato per tutto il sistema scolastico salentino».
«Il corso di laurea, infatti, prevede l’attivazione di un consistente numero di ore di tirocinio – spiega – che gli studenti dovranno svolgere presso le istituzioni scolastiche salentine, e vuole rappresentare un ponte significativo e funzionale per agevolare la comunicazione tra l’Università del Salento, con particolare riferimento a tutti i corsi dell’area pedagogica, e i bisogni formativi di tutti gli operatori scolastici in servizio nelle scuole del territorio».
«È inoltre prevista – aggiunge – l’ammissione di 5 studenti extracomunitari; si sta già operando per raggiungere questa quota con l’attivazione di contatti internazionali con Università dei paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo, e sono in corso trattative con il governo albanese tramite i buoni uffici dell’Ambasciatore d’Albania in Italia».
Quano ai corsi di laurea magistrale in ‘Diagnostica dei Beni culturali’ (LM-11) e ‘European Heritage, Digital Media and the Information Society’ (LM-43), sono il risultato di «un lungo percorso di progettazione formativa – sottolinea Mario Lombardo, direttore del Dipartimento di Beni culturali – che valorizza le nostre ricche esperienze pregresse e che mette in rete i numerosi laboratori attivi nel settore».
«All’indomani dell’annuncio del finanziamento con 80 milioni di euro dell’’Art Bonus’ da parte del ministro Dario Franceschini, si fa sempre più strategica la formazione di figure professionali specializzate nel settore dei beni culturali», avverte.
Nello specifico, il corso di laurea magistrale in ‘Diagnostica dei Beni culturali’ (LM-11) «è stato progettato tenendo in considerazione l’evoluzione normativa che nell’ultimo decennio ha interessato tutte le figure professionali operanti nel campo del patrimonio culturale e soprattutto quelle degli esperti in diagnostica – spiegano i docenti Antonio Serra e Giovanni Mastronuzzi – considerando le linee guida che il Mibact ha tracciato per la definizione e attivazione degli albi professionali».
«L’obiettivo – proseguono – è formare la figura professionale del ‘Conservation scientist’ che, a una solida base di conoscenza delle discipline tecniche e scientifiche, unisca ulteriori conoscenze di base di tipo storico-artistico e archeologico, che gli consentano di partecipare alla fase di progettazione, implementazione e monitoraggio di un processo di diagnostica, conservazione e restauro dei beni culturali secondo le proprie specialistiche competenze acquisite in materia di caratterizzazione delle proprietà, costituzione materica, degrado, tecniche di produzione antica dei beni culturali e sviluppo di nuovi materiali e metodi d’intervento e di diagnosi».
«Tale preparazione consentirà al laureato di collaborare, con le differenti professionalità del restauro, alla pianificazione di strategie per una corretta conservazione e restauro dei beni culturali nonché determinare le appropriate misure di rallentamento del degrado», osservano.
Realizzato in collaborazione tra il Dipartimento di Beni Culturali e il Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione, il corso di laurea magistrale in ‘European Heritage, Digital Media and the Information Society’ (Euromachs, LM-43) è il primo corso internazionale in Italia attivato nell’ambito della classe di lauree 43 e propone un percorso didattico condiviso con le Università di Coimbra (Portogallo), Graz (Austria) e Turku (Finlandia).
Tenuto interamente in lingua inglese, il corso «punta alla formazione di figure professionali in grado di affrontare con adeguata preparazione le nuove sfide poste dalla valorizzazione del patrimonio culturale in Italia e in Europa – sottolineano i docenti Grazia Semeraro e Franco Tommasi – e si inserisce nel contesto di politiche nazionali ed europee che puntano a una più efficace comunicazione dei beni culturali, anche attraverso l’uso delle tecnologie informatiche».
«Peraltro nell’ultimo rapporto di Unioncamere, il settore dell’industria creativa e culturale – ricordano – risulta uno dei pochi con occupazione in crescita in Italia. Integrare la tradizione di studi umanistica con le tecnologie dell’informazione e della comunicazione contribuisce a rendere il percorso di studi umanistico più adeguato alle esigenze del mercato del lavoro, aumentando le prospettive di impiego per i laureati».
«Coeretemente con le strategie fatte proprie dall’accordo di Lisbona per la crescita e l’occupazione, il programma di studi è principalmente incentrato sulle metodologie per la produzione di contenuti come fattore chiave per il successo della società dell’informazione e della conoscenza», concludono.


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