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Partecipate: la scure del Governo

Partecipate: la scure del Governo

Approvata la riforma della Pubblica Amministrazione. L’idea di Renzi è di ridurle da 8000 a mille. La Holding e le sue sot non navigano in buone acque e le indicazioni del Premier sono chiare: si analizzano conti economici ed equilibri di bilancio. Civitavecchia Infrastrutture chiude con un utile di 10 mila euro, ma i mancati pagamenti da parte di Hcs minano la stabilità

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CIVITAVECCHIA – La riforma della Pubblica Amministrazione porta con sé una ‘‘drastica riduzione delle società partecipate’’. Lo hanno confermato il premier Matteo Renzi ed il ministro Marianna Madia, sottolinando come l’obiettivo è quello di tagliare il numero delle aziende con partecipazione pubblica dalle attuali 8 mila a mille. Hcs e le sue sot non navigano certo in buone acque. In attesa che l’amministrazione decida di pubblicare sul sito internet il bilancio della Holding, si sa ormai che la perdita è di 5,7 milioni di euro solo per Hcs. Altri 842 mila euro sono la perdita d’esercizio di Città Pulita. Per Ippocrate si parla di un passivo di 620.549 mila euro. E poi c’è Argo, con una perdita d’esercizio di 844.364 mila euro. Civitavecchia Infrastrutture conta un attivo di circa 10.463 euro, ma soprattutto la mancata corresponsione da parte di Hcs dei canoni pregressi e correnti sta causando tensione finanziaria nella società con difficoltà a far fronte agli impegni pregressi (mutui ed imposte) e correnti (fornitori, manutenzioni straordinarie, stipendi, imposte correnti). Tanto che non è esclusa la riattivazione della procedura arbitrale sospesa su richiesta del Comune. Lo scorso anno la Holding fece notizia per essere inserita tra le 20 società italiane con maggiori perdite, riportate nel Rapporto sulle società partecipate degli enti locali sul sito della Revisione della Spesa del Governo. Hcs era nella ‘‘black list’’ e di certo non si è risollevata. E la scure sulle partecipate targata Renzi e Madia torna a far tremare Civitavecchia. Il ministro ha chiarito che tra i criteri di valutazione, oltre all’attività strumentale o di servizio pubblico garantito ai cittadini, ci sarà un’analisi sul conto economico e sugli equilibri di bilancio. «Il principio di base – ha spiegato – è che la partecipata deve esistere se fornisce un servizio di interesse generale. A partire da questo principio si applica un criterio di economicità e di efficienza, sugli equilibri di bilancio, un criterio che entrerà nella riflessione più puntuale sulla natura della partecipata e su cosa fa». Il problema delle partecipate locali, in liquidazione, è che non si vede ancora la luce in fondo al tunnel. Al di là del piano di razionalizzazione, al momento non c’è ancora nulla di concreto. La stessa Corte dei Conti ha evidenziato che lo stato di liquidazione delle società sono elementi di forte rischio per le ricadute possibili sul bilancio del Comune. E se la NewCo deve essere la panacea di tutti i mali, né i sindacati, né la politica, né il consiglio comunale o la città stessa ha visto ancora un chiaro e definito disegno, fatto di numeri, finanziamenti e servizi, a sostegno di questa strada. Luglio è trascorso in silenzio, la cassa integrazione è stata sospesa e tutto è rimandato a settembre. Quello sarà il vero banco di prova.


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