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Mamme, ecco la guida veg

Mamme, ecco la guida veg

Dalla piramide al ‘‘Piattoveg Mamy’’ le regole per le donne in gravidanza

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Dalla piramide al piatto. Ma vegetariano. E’ il ‘PiattoVeg Mamy’, una guida dedicata alle mamme che in gravidanza, allattamento e nella fase del divezzamento scelgono una dieta veg per sé e per il proprio piccolo. Il libro, edizioni Sonda, mette insieme le competenze di tre esperti per offrire supporto pratico in questa delicata fase della vita: un ostetrico-ginecologo, Roberto Fraioli, un medico nutrizionista esperto in alimentazione vegetariana, Luciana Baroni, e una dietista competente in alimentazione per la prima infanzia, Ilaria Fasan.
«Questo libro nasce dall’esigenza molto sentita di supportare la mamma vegetariana in questo importante periodo della sua vita a strettissimo contatto con la sua creatura», spiega Luciana Baroni illustrando le ‘regole’ di un’alimentazione veg. Prima di tutto: «Seguire una dieta variata, inserendo quotidianamente tutti i gruppi alimentari del PiattoVeg – cereali, cibi proteici, verdura, frutta, frutta secca e semi oleaginosi, grassi – nelle quantità richieste dall’organismo per soddisfare le sue aumentate necessità di energia e nutrienti e ponendo attenzione ai nutrienti critici di questa fase – acido folico, ferro, vitamina D, calcio, vitamina B12, acidi grassi omega-3». Poi: «Le regole per il bambino sono quelle di dargli latte materno più a lungo possibile e comunque fino almeno ai 6 mesi in modo esclusivo e, successivamente, inserire in modo graduale i cibi del PiattoVeg, che andranno a complementare il latte, con l’attenzione di limitare al massimo il contenuto di fibra, quindi preparando opportunamente i cibi e non limitando le calorie da grassi». «Il sistema del PiattoVeg – aggiunge Baroni – è un evoluzione del sistema della VegPyramid, ideata nel 2005 quale agile strumento per permettere a chiunque di seguire una dieta vegetariana equilibrata. In questi 10 anni la VegPyramid ha dimostrato di saper rispondere a questi scopi, ma l’emanazione dei nuovi standard nutrizionali per la popolazione italiana ha reso necessario rivederne e rimodernarne i contenuti, al fine di rispondere in modo migliore alla mission che il nuovo PiattoVeg persegue».
Quali i vantaggi di questo tipo di alimentazione? «Le diete vegetariane – spiega il medico nutrizionista – si caratterizzano per un ridotto contenuto di sostanze potenzialmente dannose per la salute – grassi saturi, colesterolo, ferro eme e proteine animali e per un maggior contenuto di sostanze protettive – fibre, fitocomposti e vitamine ad azione antiossidanti, carboidrati complessi, grassi polinsaturi. I vegetariani hanno un rischio sensibilmente ridotto per le malattie croniche dell’età adulta (soprattutto cardiovascolari, diabete, obesità) e questa protezione inizia già nelle primissime fasi della vita».
Nessun rischio di carenze nutrizionali per il feto in gravidanza o per i più piccoli? «No, non c’è questo rischio perché le indicazioni per una dieta vegetariana equilibrata sono compatibili con l’adeguatezza, oltre che con la salubrità della dieta», sottolinea Baroni.
Per quanto riguarda i più piccoli nei primi mesi di vita, Baroni ricorda una «regola antichissima» fondamentale: «Un neonato deve alimentarsi con latte materno» e invita a non «correre dietro a mode e consigli che non tengono in considerazione la salute dei nostri piccoli, ma altro». «Va inoltre diffidato – avverte – dei vari guru che spacciandosi per nutrizionisti dispensano consigli nutrizionali sulle diete vegetariane, purtroppo anche per i bambini, senza possedere alcuna competenza».
Il libro offre informazioni e consigli sull’alimentazione vegetariana, spiegando le caratteristiche dei cibi, come vanno utilizzati e le nozioni principali sui nutrienti. Per concludere con delle ricette pratiche. Competenza, cura e attenzione risultano così fondamentali. «Se vogliamo fare bene qualcosa, dobbiamo dedicarci tempo e attenzione – osserva -. E questo vale anche per quello che si mangia, indipendentemente da quel che si mette nel piatto. Il nostro sistema sanitario non sarebbe sul lastrico se la popolazione fosse stata educata ad alimentarsi in modo corretto, dedicando il tempo necessario a una buona alimentazione».


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