Pubblicato il

Omicidio Vannini, le indagini verso una svolta

Omicidio Vannini, le indagini verso una svolta

Si attendono a breve le ultime risultanze circa le perizie effettuate sul corpo di Marco. Il magistrato Caringella a ‘‘Storie Vere’’: «Il ritardo nei soccorsi potrebbe aver cagionato la morte del ragazzo»

Condividi

LADISPOLI – Resta alta l’attenzione sull’omicidio Vannini in attesa dei risultati delle perizie e dell’autopsia sul corpo del giovane 20enne morto lo scorso 17 maggio per un colpo di pistola che lo ha raggiunto alla spalla. Massimo riserbo sulle indagini coordinate dal pm della procura di Civitavecchia Alessandra D’Amore. Le indagini dovrebbero essere prossime ad una svolta, alla luce delle ultime risultanze. Diversi interrogativi non trovano ancora risposta circa la dinamica di quanto accaduto nei minuti successivi allo sparo avvenuto quella tragica sera. Ancora da chiarire i motivi per i quali il ventenne, gravemente ferito, è stato più volte spostato all’interno della casa. Secondo le prime  dichiarazioni di Antonio Ciontoli, che continua a sostenere la tesi del ferimento accidentale, Marco sarebbe stato ferito in bagno, medicato in camera da letto e poi adagiato nell’ingresso di casa, dove poi è stato trovato dai sanitari del 118. Si attendono in queste ore particolari circa le perizie. Da capire se sarà confermato o meno ciò che il perito di parte della famiglia Vannini, Ulrico Piaggio aveva dichiarato nei giorni successivi al fatto. «Se in quelle due ore – aveva detto Piaggio – senza perdere tempo tra ritardi ed indugi, qualcuno avesse portato subito all’ospedale il ragazzo e si fossero resi conto del problema, questo dopo un’ora sarebbe stato su un tavolo operatorio cardiochirurgico». A porre l’accento sul ritardo dei soccorsi, è stato anche il magistrato Francesco Caringella, intervenuto durante la trasmissione ‘‘StorieVere’’ sulla Rai. Caringella ha parlato di ipotesi investigativa circa il fatto che «il ritardo avrebbe cagionato la morte del ragazzo». Nella stessa trasmissione, Storie Vere, il professor Meluzzi ha parlato di presunta attività di depistaggio messa in atto da Ciontoli, facendo riferimento ad una «tecnicalità confusa e scombinata nell’oscuramento delle prove», aggiungendo che «se fossero state raccolte tempestivamente non si sarebbe arrivati a questo grado di confusione». Saranno comunque le perizie depositate presso la procura di Civitavecchia a dire l’ultima parola.


Condividi

ULTIME NEWS