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«Al Faggeto mai un Cara»

«Al Faggeto mai un Cara»

I titolari della struttura di Allumiere rassicurano la cittadinanza. Intanto il sindaco Battilocchio ha fissato un incontro. Dall’opposizione Sgamma raccoglie le proteste dei genitori

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di ROMINA MOSCONI

ALLUMIERE – Ad Allumiere residenti in tumulto per la possibilità che venga istituito un Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA) presso la struttura alberghiera al faggeto. 
Nei giorni scorsi infatti una delegazione della Croce Rossa provinciale e di un’associazione di Santa Marinella ha effettuato un sopralluogo nella struttura del faggeto e  nei prossimi giorni si terrà un incontro con il sindaco Battilocchio, il quale ha già espresso contrarietà a questa ipotesi. 
Visto però che per presentare la domanda ai bandi non è necessaria l’autorizzazione preventiva dei Comuni, la gente di Allumiere è in allarme. 
Ma a dirsi assolutamente contrari sono anche i titolari della struttura che affermano: «Non abbiamo alcuna intenzione di accogliere rifugiati e destinare la nostra struttura ad un centro del genere. Qui non faremo mai un Cara» 
I centri Cara sono stati istituiti nel 2002 con la denominazione di Centri di Identificazione (CDI) ed infine disciplinati dal Dpr. n. 303/2004 e dal D.Lgs. n. 25/2008, cui si deve l’attuale denominazione. 
Questi centri servono per ospitare i richiedenti asilo ammessi, o comunque presenti, sul territorio nazionale in attesa dell’esito della procedura di richiesta della protezione internazionale. 
In base alle disposizioni varate nel 2002 e nel 2004 questi centri hanno assunto il carattere di ‘‘centri aperti’’ da cui gli ospiti possono liberamente uscire durante le ore diurne ed assentarsi, previa autorizzazione del prefetto, per periodi più lunghi. 
In base alla normativa esistente all’ingresso del Cara il periodo di “accoglienza” non dovrebbe eccedere i 35 giorni, oltre i quali il richiedente asilo dovrebbe ricevere un permesso di soggiorno della durata di tre messi, rinnovabile di tre mesi in tre mesi fino alla definizione della richiesta di asilo. 
Di fatto, a causa ritardi delle Commissioni territoriali nella definizione delle domande di protezione internazionale ricevute, i tempi di permanenza superano in genere i sei mesi. 
Intanto ad Allumiere il consigliere comunale di minoranza, Vincenzo Sgamma ha raccolto le proreste dei genitori degli alunni che frequentano il plesso del faggeto che «sono in tumulto e minacciano di non portare più i figli a scuola se tale ipotesi andrà in porto -scrive Sgamma – come si può pensare a un Cara in un posto come il faggeto dove tra case e plesso scolastico popoloso ci sono vari problemi di circolazione; in più c’è da rilevare che abbiamo poche forze dell’ordine, il paese è mal collegato, c’è forte disoccupazione e tante altre situazioni rendono impossibile la creazione di un Cara qui ad Allumiere». 
«Come si può pensare a un centro accoglienza vicino a un plesso scolastico? – prosegueVincenzo Sgamma  – Non vorrei che si volessero fare piacere a qualche società immobiliare. I sindaci di Civitavecchia e santa marinlla si sono uniti alla protests della gente, il dindaco Battilocchio faccia lo stesso. Dobbiamo fare fronte comune». 
Molti sono stati poi gli allumieraschi che attraverso mail hanno voluto esprimere la loro contrarietà all’ipotesi di immigrati ospitati in zona: «È bene che sappiano che non accetteremo a collo torto, ma lotteremo. Siamo pronti a manifestare». «Come mai – aggiungono i collinari – gli altri Comuni hanno detto no e sono stati rispettati e a noi ci vogliono appioppare quest’altra servitù?».


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