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Bracciano, si chiude l’era Sala

Bracciano, si chiude l’era Sala

Si è sciolto ieri il consiglio comunale per le dimissioni congiunte di dieci consiglieri di maggioranza e del sindaco. Il primo cittadino: «Decisione condivisa. Non ci ripenso. Non sono legato alle poltrone. Io un lavoro ce l’ho»

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BRACCIANO – È finita l’era di Giuliano Sala. Ieri pomeriggio, a pochi minuti dalla convocazione di un consiglio comunale in cui si sarebbero dovuti discutere gli assestamenti di bilancio, per i quali era mancato il parere favorevole dei revisori dei conti, è stato ufficialmente annunciato lo scioglimento del consiglio comunale. La notizia ufficiale è giunta infatti intorno alle 17 con una nota dell’amministrazione comunale, dopo che già dalla mattina in città circolavano voci in tal senso: «Dieci consiglieri comunali di maggioranza di Bracciano – riportava la nota – hanno presentato le proprie dimissioni contestuali dal ruolo ricoperto, come previsto dal decreto legislativo 267/2000 comma 3 articolo 141 capo 2. Le stesse sono state sottoscritte anche dal sindaco Giuliano Sala». I malumori all’interno della maggioranza erano nell’aria già dalla scorsa settimana, da quando sono scattate le perquisizioni su mandato della Procura di Civitavecchia che ha iscritto nel registro degli indagati 17 persone, tra cui amministratori e dirigenti, oltre che liberi professionisti e imprenditori, nell’ambito di una maxi inchiesta sui Lavori pubblici. L’ormai ex sindaco di Bracciano, insieme ai consiglieri di maggioranza, non si è presentato ieri pomeriggio in consiglio comunale, ragione per cui è mancato il numero legale per iniziare l’assise, di fatto decaduta. Sala ha subito dato la notizia attraverso i social network, ringraziando i cittadini che lo hanno sostenuto e i dipendenti comunali per il lavoro fatto. Il primo cittadino ha poi spiegato al nostro giornale quanto accaduto: «È corretto parlare di scioglimento del consiglio. È la maggioranza tutta che si è dimessa contestualmente. Siamo stati uniti nel governo e lo siamo stati anche nelle dimissioni. Ce ne siamo andati via tutti in modo consapevole e condiviso. La norma prevede per lo scioglimento, il 50% più uno dei consiglieri, escluso il sindaco. Io potevo quindi anche non firmare, ma l’ho fatto. Se io non mi fossi dimesso, passavano venti giorni, tempo stabilito per un eventuale ripensamento. Ma io ho scelto di non ripensarci. Quindi non è che il sindaco è stato sfiduciato. Sono io che ho proposto alla maggioranza di andarsene e abbiamo scelto di farlo di comune accordo. Insieme ci siamo recati all’ufficio protocollo». Nei fatti, quindi, una decisione senza ritorno. E già da oggi potrebbe essere nominato dal prefetto il commissario che avrà il compito di guidare il Comune di Bracciano fino a nuove elezioni. Sulle motivazioni che hanno portato la maggioranza a rassegnare le dimissioni, il sindaco Sala è chiaro: «Per via dell’indagine in corso da parte della magistratura, ma non solo». Oggi pomeriggio alle 18,30 presso la sala dell’archivio storico comunale in piazza Mazzini 5 attraverso una conferenza stampa verranno illustrate nel dettaglio le motivazioni. Chiaro che l’inchiesta sugli appalti per i Lavori pubblici, che poi tocca anche questioni legate alla gestione della discarica della Bracciano Ambiente e le scelte dell’amministrazione comunale sull’acqua e i livelli di arsenico emerse tra le contestazioni della Procura, un forte peso lo hanno avuto.

Lo stesso vicesindaco Giampiero Nardelli ne ha dato conferma ieri sui i social attraverso i quali ha voluto salutare i cittadini dichiarando «Oggi, dopo le recenti vicende giudiziarie, abbiamo deciso in accordo con tutti i consiglieri di maggioranza, di rassegnare le nostre dimissioni. E’ un gesto di responsabilità nei confronti sia dei dipendenti comunali, sia della cittadinanza tutta». L’ex vice sindaco sulle accuse risponde «ho lavorato sempre nell’interesse della Comunità». Sereno anche il sindaco Sala che ha spiegato: «Io non sono legato alla poltrona. Ho un lavoro e non voglio governare a tutti i costi. Per guidare una città ci vogliono le condizioni che sono venute meno. Quindi era corretto interrompere. Ritengo di essere una persona per bene. Su cinque mandati sono stato eletto quattro volte sindaco. La gente sa chi sono».


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