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Soldi Enel, Cozzolino sotto attacco

Soldi Enel, Cozzolino sotto attacco

Forza Italia e il Partito Democratico tornano a criticare la decisione del Sindaco di chiudere l’accordo con la Spa e chiedono le dimissioni dell’assessore all’Ambiente Alessandro Manuedda.Fabrizio Righetti (M5S) punta l’indice contro il senatore dem Bruno Astorre che ha presentato un’interrogazione sulla trattativa

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CIVITAVECCHIA – Negli ultimi giorni non si fa che parlare dell’accordo, o trattativa o convenzione, che dir si voglia, con l’Enel. L’opposizione si scaglia contro la giunta pentastellata ed il suo Sindaco mentre il Movimento serra i ranghi. Manuedda nei giorni scorsi aveva rilasciato un’intervista dicendo: «Non ci sono risvolti ambientali».

Forza Italia sembra non essere d’accordo e chiede le sue dimissioni: «Ecco Manuedda rompe il silenzio. L’assessore che doveva essere il campione dell’ecologismo, per dire che la giunta e la maggioranza di cui fa parte non hanno fatto accordi con Enel, ne trattative. Proprio lui che è andato a promettere ai civitavecchiesi che avrebbe fatto fuoco e fiamme contro l’Enel, che produce energia come si faceva nell’800, solo che i soldi adesso li prende. Si dimetta da assessore e vada a fare il comune cittadino continuando a fare politica per volontariato».

Anche i Giovani democratici intervengono: « ‘‘Non prenderemo mai soldi dall’Enel, sono soldi sporchi di sangue. Renderemo la città non più schiava dei poteri forti ma sopratutto condanniamo l’aver messo i soldi dell’Enel in spesa corrente’’. Parole che molti sembrano aver dimenticato, eppure sono le stesse che affermavano un anno e mezzo fa affermava il Movimento Cinque Stelle. Il bilancio è a rischio commissionamento –  affermano i Giovani Democratici – Nel bilancio di previsione sono stati inseriti i soldi che sarebbero dovuti arrivare con la vendita del patrimonio immobiliare. Questi soldi, però, non si vedono, anzi. Siamo alla quarta proroga del bando. E allora il Sindaco ha deciso di stipulare una nuova convenzione riprendendo proprio la convenzione con Enel di Moscherini del 2008, la stessa che fu criticata duramente da molti che ora militano tra le fila del M5S e che, nonostante si stia tentando in tutti i modi di camuffare come rata dell’Imu, non ha fatto altro che tradire il programma elettorale del Movimento 5 Stelle accettando una tranche di fondi tappa buchi dal nemico giurato. Le tasse sono state alzate proprio perché i soldi Enel non sarebbero stati presi. In tutto ciò prendiamo atto che è scomparso l’attivismo».

La stoccata successiva arriva da Fabio Angeloni, per il Polo democratico: « Con Cozzolino a pagare sono sempre e solo i cittadini. Nel frattempo Cozzolino resta appeso a quattro giudizi della Corte dei Conti. Il primo sul contributo di 2 milioni l’anno promesso dall’Authority: la Corte li ha inseriti nelle “criticità” a carico di questa amministrazione. Il secondo giudizio riguarda i 5 milioni fantasma (già messi in bilancio) dell’operazione Fiumaretta. La Corte ha già detto che guardando il bilancio non li trova e ha chiesto chiarimenti. E questo perché sono stati spalmati qua e là nella “spesa corrente” cosa che non si può fare per legge. (Deve essere creata una posta apposita e devono essere investiti nella zona della Fiumaretta). Il terzo riguarda il “buco” di 32 milioni di residui attivi. Nel consuntivo di Cozzolino del 2014 non c’erano. Sono comparsi all’improvviso nel Bilancio di previsione 2015 due settimane dopo. Alla Corte dei Conti questo non sta bene, e ha chiesto di vedere le carte, una per una. Infine l’accordo Enel. Facendosi prestare 7 milioni Cozzolino ha innalzato il debito del Comune verso l’Enel a 10.4 milioni promettendo che restituirà un milione l’anno a partire dal 2023. Di fatto ha indebitato il Comune. E anche su questo la Corte dei Conti dovrà pronunciarsi».

Intanto Fabrizio Righetti, consigliere comunale pentastellato, punta il dito contro il Pd: «E’ notizia di questi giorni la chiusura dell’inchiesta notificata a sedici ex consiglieri regionali del Pd, fra cui Bruno Astorre che mentre faceva interrogazioni parlamentari ed organizzava improbabili spedizioni presso gli uffici di Enel per chiedere conto della azione del 5 Stelle, la Procura di Roma notificava loro la chiusura di un’importante inchiesta».


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