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Unioni civili: favorevoli più della metà

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Il primo voto al Senato sul ddl Cirinnà relativo alle unioni civili è previsto per martedì 2 febbraio. Sabato scorso sono scesi in piazza i sostenitori della riforma, oggi è previsto il Family Day a sostegno della famiglia tradizionale. Come per i Dico sette anni fa si è innescato nel Paese un acceso dibattito che divide trasversalmente molti partiti compreso il Pd. Motivo del contendere in particolare la ‘stepchildadoption’ prevista all’art 5 del ddl che secondo gli oppositori porterebbe alla pratica detta dell’utero in affitto, che è illegale nel nostro Paese, ma non in alcuni stati esteri. «Riguardo al riconoscimento legale delle unioni civili anche alle coppie gay – sottolinea Renato Mannheimer che ha realizzato per EumetraMonterosa una ricerca ad hoc – gli italiani si dividono in due gruppi opposti. La maggioranza, seppure di lieve entità (52%) è da tempo favorevole. Ma più del 45% si schiera sulla posizione opposta e solo il 3% non esprime una posizione al riguardo. Analizzando il dato medio scopriamo che la netta maggioranza dei cittadini più giovani è decisamente più propensa ad accettare la normativa sulla regolamentazione delle unioni tra omosessuali: tanto che tra chi ha meno di 25 anni il sostegno raggiunge il 68%. E tra chi è studente supera il 73%. Anche nelle età centrali la percentuale di favorevoli ha la prevalenza e supera il 60% mentre superando i 55 anni il dato si inverte fino ad arrivare al 60% di contrari tra gli over 65. Incrociando i dati con gli orientamenti politici – prosegue Mannheimer – scopriamo che la netta maggioranza dei votanti per Forza Italia (63%) è contraria, mentre, all’opposto, più di tre elettori del Pd su quattro (76%) sono favorevoli. Anche all’interno dei partiti però si verifica la stessa inversione di opinioni in base all’età. Decisamente diverso il quadro relativo alla ‘stepchildadoption’. Si esprime infatti negativamente a questo riguardo una porzione di popolazione molto ampia, quasi il 70%. Anche in questo caso l’avversità maggiore è nelle generazioni più anziane, ma anche tra i più giovani prevalgono i giudizi negativi: ad esempio tra gli under24,ben il 63% è contrario. (Adnkronos)


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