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Un commissario per abbattere il capannone dei sommozzatori

Un commissario per abbattere  il capannone dei sommozzatori

La Regione pronta a prendere in mano la situazione se il Comune non interverrà a breve

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S. MARINELLA – Secondo gli uffici regionali, se il Comune non procederà nei tempi previsti a demolire il capannone di piazza Baden Powell occupato dall’associazione Nucleo Sommozzatori e sottoposto ad un procedimento giudiziario che ha coinvolto il sindaco Roberto Bacheca e il presidente del Nucleo Sommozzatori Paolo Ballarini, sarà la Regione Lazio a farlo attraverso la nomina di un Commissario ad acta. Una richiesta proveniente dal dirigente del settore urbanistica di via Della Pisana, in risposta ad una interrogazione presentata dai due consiglieri regionali Silvia Blasi e Devid Porrello qualche mese fa. I due politici, infatti, chiedevano espressamente di abbattere la struttura appena ristrutturata con fondi privati, in quanto le opere realizzate non erano semplicemente una sorta di messa in sicurezza del capannone come da autorizzazione rilasciata dal sindaco Bacheca, quanto un vero e proprio ampliamento dei locali riconosciuto come un abuso edilizio. Sulla questione erano quindi intervenuti i due esponenti del Movimento Cinque Stelle che avevano presentato una interrogazione al consiglio regionale, che di fatto aveva prodotto un provvedimento della Procura della Repubblica che ha invitato il primo cittadino a presentarsi il giorno 26 di questo mese davanti al gup del Tribunale di Civitavecchia, per rispondere del reato di abuso di ufficio in concorso con il presidente del Nucleo Sommozzatori Paolo Ballarini. Una inchiesta scattata mesi fa e dopo le indagini fatte dal comandante della Polizia locale era emerso che era stato realizzato un manufatto, in parte abusivo, sorto su aree vincolate e su di un terreno di proprietà dell’Arsial, tanto da essere emesso un ordine di demolizione del capannone e gli atti trasmessi alla Procura della Repubblica. Il magistrato titolare dell’indagine, dopo aver ascoltato sia il sindaco che il responsabile dei sommozzatori, aveva notificato a entrambi la richiesta di rinvio a giudizio ritenendo che Bacheca, oltre a non aver avuto titolo per rilasciare autorizzazioni sui terreni non di proprietà del Comune, avrebbe procurato al Nucleo Sommozzatori un ingiusto vantaggio patrimoniale. Contemporaneamente, la Regione era intervenuta chiedendo a sua volta al Comune di procedere alla demolizione. «Il capannone – dice nella relazione il responsabile della Regione – anche se ormai privo di utenza elettrica è ancora al suo posto. La comunicazione dell’abuso edilizio in questione e relativo alla struttura usata un tempo al Rione Combattenti ceduta e trasformata in sede del Nucleo Sommozzatori e di altre associazioni di volontariato. L’atto è presente nel sistema informativo della Regione e nel fascicolo si trova anche un’ingiunzione di demolizione nella quale già, nel 2014, il dirigente comunale di Santa Marinella ingiunge al responsabile dell’abuso di effettuare la rimozione delle opere eseguite in assenza di titolo abitativo. Per cui se l’amministrazione di Santa Marinella non porterà a termine il procedimento di sua competenza, la Regione sarà costretta a nominare un commissario ad acta che porti a termine l’iter». Da parte sua l’amministrazione, per evitare l’abbattimento, potrebbe istituire degli atti per appropriarsi dei terreni Arsial e salvare così la struttura. (Gi.Ba.)


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