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Virus Zika, l’Onu chiede aborto e contraccezione

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Consentire, nei Paesi colpiti dal virus Zika, l’aborto e la contraccezione. È l’appello dell’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussein, che sta rimbalzando sui media internazionali.
«Le leggi e le politiche che limitano l’accesso a questi servizi dovrebbero essere urgentemente riesaminate in conformità con i diritti umani, al fine di garantire, in pratica, il diritto alla salute per tutti», ha dichiarato il commissario.
Il virus Zika, infatti, è sospettato di provocare microcefalia nei feti delle donne contagiate nel corso della gravidanza.
La richiesta ai governi è di cambiare le leggi che limitano aborto e contraccezione, in considerazione dei rischi legati all’emergenza.
«Come possono chiedere a queste donne di non rimanere incinte e non offrire anche la possibilità, se lo desiderano, di interrompere una gravidanza?», ha detto il portavoce del commissario delle Nazioni Unite, Cecile Pouilly, riferendosi a Paesi come El Salvador che considerano reato l’aborto.
L’interruzione di gravidanza è consentita solo in casi limitati (rischio di morte per la madre e stupro) in Brasile, dove i casi di bambini nati con microcefalia sono aumentati in maniera esponenziale dopo l’epidemia di Zika, con 4mila bambini nati con la grave malformazione negli ultimi 4 mesi.
Dopo l’appello di Zeid Ra’ad Al Hussein, interviene sul tema l’Organizzazione mondiale della sanità.
«L’Oms – sottolinea un portavoce dell’agenzia ginevrina all’AdnKronos Salute – enfatizza l’importanza del diritto alla salute. Privare le donne dell’accesso a un’assistenza alla salute sessuale e riproduttiva e ai servizi sanitari è una violazione dei diritti umani». (Adnkronos)


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