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«Sul baratto amministrativo ci sono troppe criticità»

«Sul baratto amministrativo ci sono troppe criticità»

Il delegato al Bilancio Emanuele Minghella risponde agli ‘‘Amici di Beppe Grillo’’

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S. MARINELLA – Nei giorni scorsi, il portavoce del gruppo cittadino ‘‘Amici di Beppe Grillo’’, aveva inviato una proposta all’amministrazione comunale, allo scopo di indurre la giunta Bacheca a emettere una delibera che istituisca il baratto amministrativo, cioè la possibilità di pagare le tasse comunali attraverso la realizzazione di lavori socialmente utili diretti a migliorare l’arredo urbano, la pulizia dei beni comunali o la sorveglianza sui bambini che escono da scuola. Sulla questione risponde il delegato al Bilancio Emanuele Minghella. «A seguito di un’attenta riflessione sugli aspetti normativi ed operativi relativi allo strumento del baratto amministrativo – dice Minghella – e a seguito di un confronto con altri amministratori impegnati in questo percorso, ritengo sia opportuno fare un’estesa riflessione. A fronte di una proposta teoricamente positiva da parte degli Amici di Beppe Grillo, infatti, si palesano numerose criticità in ordine alla concretizzazione». Sul nuovo strumento si sofferma anche il consigliere comunale Andrea Passerini, che avanza alcuni spunti di analisi. «Innanzitutto, bisogna considerare le norme che regolano la sicurezza sul lavoro – afferma Passerini – e che impongono l’osservanza di protocolli di formazione e di gestione, anche con l’utilizzo di attrezzature di protezione, oltre a beni strumentali e di consumo, specifici per ogni attività. Inoltre, la natura delle prestazioni, essendo di tipo lavorativo, dovrebbe imporre oneri assicurativi, assistenziali e previdenziali. Critica è poi la misurabilità e la controllabilità degli interventi, con il serio rischio dell’assenza di determinatezza e di eccessiva discrezionalità nell’attribuzione e nella verifica di un valore economico». «Dal punto di vista contabile – prosegue Minghella – bisogna valutare come iscrivere a bilancio le prestazioni rese, e come le stesse possano essere finanziate da corrispondenti entrate tributarie, con l’ulteriore difficoltà dell’individuazione nel bilancio d’esercizio di poste a compensazione, essendo le dinamiche attivate a seguito del mancato pagamento di tributi relativi ad esercizi precedenti. Estremamente delicato sarebbe tradurre un debito Tari che, prevedendo la copertura integrale dei costi gestionali, imporrebbe l’inserimento dei costi del baratto nel piano finanziario del servizio, con una doverosa ma complicata riduzione di altri costi, al fine di evitare un aggravio nei confronti dei contribuenti non morosi. Infine esprimo timore sul rischio di involuzione del sistema, nel momento che qualcuno dovesse recepire lo strumento come premiante, ed essere stimolato a non onorare i pagamenti».

Gi.Ba.


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