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Legna da ardere… sulle Dune

Passsoscuro, ripulite dagli ambientalisti per sollecitare l’Amministrazione. Riserva, dopo 20 anni ancora niente regolamento

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di NUCOLA DE MATTEO

FIUMICINO – Sabato 19 marzo nell’ambito delle giornate FAI gli ecologisti di Passoscuro guidati dalla giornalista RAI, Dr.ssa Anna Longo e dalla Signora Bragaglia detta la “maestrina” di Passoscuro, con la presenza di una dozzina di addetti ai lavori, uno sparuto gruppo di bambini e di scarso pubblico “pagante”, hanno illustrato l’importanza di salvare le dune e le hanno ripulite, con il nobile scopo di sollecitare l’amministrazione comunale a salvaguardarla da atti vandalici non consoni per un bene così prezioso, che ricade nella Riserva Statale del Litorale Romano. Riserva della quale però, dopo 20 anni, manca ancora il regolamento di attuazione e, pare che la si voglia declassare a “Parco Nazionale”, con regole meno invasive.

Mentre il dott. Grattini ha illustrato la storia di uno dei 15.000 bunker Tobruck costruiti nel 1943 a difesa della costa, dalla Svezia alla Sicilia. Tre quattro dei quali stanno a Passoscuro.

Le dune di Passoscuro, definite di “grande valenza documentaria” e di “elevato valore percettivo”, sono finite anche all’attenzione dell’Assessore Ezio Di Genesio Pagliuca che ha promesso di recintarle con pali di castagno?, utilizzando i fondi comunali e renderle visitabili già da questa estate.

E noto che le dune di Passoscuro sono oggetto di degrado. Perché tutto ciò che la legge vieta nella zona uno della Riserva Statale, su quelle dune è consentito: Vi si accede comodamente e indisturbatamente con veicoli a motore, vi si accendono fuochi, vi si bivacca, vi si urina e vi si defeca in mancanza di servizi igienici e di una rete idrica e fognante e, sotto la sabbia vi sono sepolti ancora i calcinacci delle prime demolizioni fatte nel 1965 e poi sospese lasciando in situ i le macerie. Eternit compreso.

Le dune di Passoscuro a partire dall’Opera Don Guanella fino alla foce del Rio Palidoro a ovest, misura circa 70.000 mc. e a sua volta è divisa longitudinalmente a metà: la duna alta sulla quale insistono una dozzina di case, solo tre o quattro delle quali hanno una concessione demaniale rinnovabile anno per anno e dichiarate non sanabili dal “Piano casa”, mentre le altre sono totalmente abusive e tutte scaricano i liquami direttamente nella sabbia. Infine d’estate sulle dune vi bivaccano anche vu cumprà e sbandati vari.

A Passoscuro c’è ancora chi definisce quelle dune “preistoriche”. Ma preistoriche non sono, perché nella preistoria, ovvero prima dei documenti scritti, il mare arrivava a Palidoro e le dune sono cresciute solo dopo il 1950. Basta guardare il livello di campagna all’intero del recinto dell’Opera don Guanella, e sotto la casa sulla palafitta, che Meddi Azelio sostiene aver costruito in quegli anni, molto vicino alla battigia. Mentre dal 1983, quando fu realizzata la recinzione e la piantumazione di una siepe frangivento lungo il confine del demanio marittimo, le dune sono cresciute fino alla foce del Rio Palidoro.

Ora, recintare quelle dune con paletti di castagno, a spese di tutti i cittadini del Comune di Fiumicino, sembra un buon affare per Passoscuro. Ma alcuni pensano che una recinzione così fatta, senza demolire le case, non sanabili, fornirà solo legna da ardere gratis per chi vuol continuare a bivaccare, accendere fuochi e cantare alla luna.

Mentre un migliaio di bagnanti “fagottari” continuano a restare senza assistenza a mare, senza pulizia della spiaggia, ne una doccia, né un punto di ristoro e, in mancanza di servizi igienici la fanno sulle dune, la interrano sotto la sabbia o la “fanno” in mare. Dove quelli “più duri” galleggiano tra i bagnanti.

Da qui la necessità di ripensare il tipo di recinzione e autorizzare l’apertura di almeno un chiosco che, oltre a dare assistenza, servizi igienici e ristoro ai fagottari, si occupi anche di controllare che non si continui a degradare la duna alta. Altrimenti è proprio il caso di dire: poveri soldi nostri.

L’altra metà delle dune, di circa 4.000 mc., si trova tra la foce del fosso di Tredenari e il primo stabilimento balneare di Maccarese Lido, dove sarà ricostruita la pista ciclabile che adduce a Passoscuro.

Intanto un gruppo di cittadini di Passoscuro, per quel lato, ha proposto di chiedere al Comune di Fiumicino di farsi affidare da Benetton circa tre ettari di macchia mediterranea lungo la sponda sinistra del fosso di Tredenari a valle del campeggio, per destinarli a verde pubblico per i cittadini di Passoscuro.

Opera che si potrebbe realizzare a costo zero per il Comune di Fiumicino e risolvere anche il problema del collegamento della pista ciclabile proveniente da Maccarese, con l’Ospedale Bambino Gesù e Marina di San Nicola.

Pare che in proposito Benetton non abbia nulla in contrario a cedere tre ettari di macchia improduttiva ed anche più, in cambio di altro benefit. Anche perché da quella parte di macchia mediterranea Benetton riceve solo rogne, a causa degli extracomunitari che l’hanno eletta a Hotel in plen aire.

E’ un’operazione difficile, Ma nulla è impossibile volendo.


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