Volontari della parrocchia scambiati per ladri
di DANILA TOZZI
CERENOVA-Volontari della parrocchia per le benedizioni nelle case di Cerenova vengono scambiati per comuni ladri. La notizia di persone sospette in giro per la frazione è rimbalzata dalle pagine dei social network dove cittadini allarmati hanno alimentato dubbi e paure segnalando, nei giorni scorsi, la presenza di una donna di mezza età che, accompagnata da un sacerdote di colore, veniva seguita a distanza da una macchina guidata da un uomo. Era tutto spiegabile se solo la paura non avesse avuto il sopravvento: in realtà si trattava di una catechista, Silvana, e di un seminarista chiamato appositamente per l’occasione la quale, data la non più giovane età, dovendo “scarpinare” in lungo e in largo aveva chiesto al marito, Gianfranco, di seguirli con la macchina per evitare che la stanchezza potesse impedire loro di completare la zona che era stata assegnata preventivamente. Tutto semplice. Bastava fare una semplice telefonata alla parrocchia e con un’informazione meno superficiale le persone interessate avrebbero saputo che da dieci anni a questa parte nella chiesa di san Francesco d’Assisi si perpetua regolarmente questo servizio dopo Pasqua. Durante la Veglia Pasquale viene immerso il cero e da quel momento quell’acqua verrà utilizzata per le benedizioni. Che non sono “postume”, come le ha definite sul suo profilo Fb Enzo Musardo coordinatore del Controllo del Vicinato rischiando così di ingenerare ancora più imbarazzo e confusione tra le persone in un clima in cui regna sovrana sfiducia e insicurezza. Tanto che attraverso la sua pagina si rivolge direttamente al parroco perché dal prossimo anno si provveda a cambiare modalità nel servizio: chi vuole le benedizioni, propone, si dovrà rivolgere direttamente in parrocchia. Che tra l’altro è un sistema già sperimentato: nelle cassette postali c’era un invito, per chi desiderasse la benedizione, di prendere appuntamento in segreteria parrocchiale. Ma sembra che anche questo metodo di lavoro sia stato contestato perché malviventi avrebbero potuto utilizzare questo mezzo per entrare nelle case altrui e magari visitarle in seguito con ben altre intenzioni. Anche se la buona fede a volte non paga. Sempre sui social è stato raccontato che finti laici con finti sacerdoti si erano introdotti in casa di una vecchietta a Roma, nel quartiere Laurentino, per impossessarsi dei suoi modesti averi. Ma dalla parrocchia obiettano che chi suonava alla porta era ben riconoscibile per via anche di un piccolo ricordo da consegnare alle famiglie che avevano accolto i volontari con i preti volenterosi. Visti i tanti problemi sollevati il prossimo anno si volta pagina.