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Gli uffici non ritennereo necessario un provvedimento

SCARICHI AL MANGANELLO. Si continua a parlare in città del rinvio a giudizio del sindaco Pascucci. «Il sindaco emana le ordinanze firmandole, ma sono i tecnici che le propongono»

SCARICHI AL MANGANELLO. Si continua a parlare in città del rinvio a giudizio del sindaco Pascucci. «Il sindaco emana le ordinanze firmandole, ma sono i tecnici che le propongono»

CERVETERI – Il mondo politico cervetrano mugugna. Alla notizia del rinvio a giudizio di Alessio Pascucci per omissione di atti d’ufficio, c’è uno strano silenzio che comunque non copre il mormorio. Certo, è stato spiazzante che proprio lui personalmente attraverso un comunicato ha dato la notizia ai cittadini sottolineando di mantenere la promessa che comunque li terrà informati. Ha invertito così le regole classiche del gioco che lo avrebbe voluto in vacanza trincerato dietro un blindato ‘‘no comment’’. Sembra che abbia tolto così il gusto ai suoi denigratori, a quelli che ritengono di avere sassolini da togliersi dalla scarpa, il gusto di gridare: Eccolo che si nasconde”, “chi la fa l’aspetti” “ora vedremo, ne ha ancora altre due” e via dicendo. Sui social uno dei pochi che si scatena con una dichiarazione di una “finezza” e di un “gusto” da manuale del galateo non proprio perfetto, è colui che ormai può considerarsi il performer televisivo “de no’artri” con quei video autoprodotti che posta da tempo su fb. Cosa può dire infatti del rinvio a giudizio del Sindaco? Dice che: «la nostra Cerveteri è così bella che vengono a visitarla perfino gli africani, anzi loro vengono gratis e noi li paghiamo pure», riferendosi ai rifugiati che Cerveteri ha avuto il senso civile di voler accogliere? Solo questo, che il plurindagato sindaco che in passato disse “mai con questi”, che erano indagati, adesso che lui è inquisito, rimane attaccato alla sua poltrona da quattordicenne e guai a scollarlo. Non è il caso di ricordare al Forzano vista le differenze qualitative tra gli episodi, comunque inaccettabile anche quello che a suo tempo riguardò Pascucci, ma sarà il caso di ricordare come nacque e come si è sviluppata la vicenda che lo ha portato al rinvio a giudizio. E’ da poco diventato Sindaco, Alessio Pascucci, che da un’indagine ambientale, si rileva che alcune abitazioni, nonostante esistesse un raccordo fognario, non vi si erano collegati sversando i liquami nel fosso del Manganello. Le indagini si chiusero nel 2014 e ci si attivò celermente per trovare soluzioni per risolvere un problema comunque, piaccia o no, che sembri uno scaricabarile o meno, ereditato da altre amministrazioni e che perdurava fin dagli inizi degli anni 60, Non la conoscenza del fatto, ma il ritardo dell’adeguamento fognario e il rilascio comunque dei permessi a costruire in situazioni perlomeno ambigue. Pascucci dice di voler assistere i suoi cittadini , tanti, ai quali sono stati elevati salatissimi verbali e si attiva a trovare soluzioni. Cerca accordi per un nuovo depuratore anche con Ladispoli per risolvere il problema con richiesta presentata alla Città Metropolitana. Ma si sa, lunghi i tempi della burocrazia, più lunghi quelli della giustizia e per questa volta miracolosamente brevi. Ad una interrogazione dell’opposizione sull’argomento sulla mancata emanazione di un’ordinanza (questa la presunta omissione degli atti di ufficio), che obbligasse quei cittadini in difetto a provvedere al ripristino della normalità egli rispose;” Il Sindaco le emana, firmandole, quando e se proposte dai competenti Uffici. Questo a maggior ragione quando, come in questo caso, si tratta di ordinanze di natura tecnica. In questa specifica situazione, i nostri Uffici hanno ritenuto che gli interventi strutturali in corso fossero sufficienti e non fosse necessario emettere nessuna ordinanza». A stabilire e ripristinare la giustizia spetterà ad una sentenza. (To.Mo.)

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