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Le indagini partite da un tentativo di suicidio

Le indagini partite da un tentativo di suicidio

Si arricchisce di dettagli l'operazione antidroga del commissariato di Polizia. Gli agenti hanno notificato ieri otto ordinanze restrittive. Si cerca ancora un uomo, resosi irreperibile da qualche giorno 

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CIVITAVECCHIA – Un tentativo di suicidio da parte di un giovane incensurato. È partita da questo episodio l’intensa attività di indagine che ha portato ieri gli agenti del commissariato di Polizia diretti dal dottor Giovanni Lucchesi a notificare otto ordinanze restrittive emesse dal Tribunale di Civitavecchia: si tratta di tre misure di custodia cautelare in carecre, tre agli arresti domiciliari e due obblighi di dimora nei confronti di altrettante persone attive nella zona di Civitavecchia nello spaccio di sostanza stupefacenti, prevalentemente cocaina.

Sono tutt’ora in corso le ricerche di un quarto individuo, colpito da ordine di carcerazione, resosi irreperibile da alcuni giorni.

A seguito del tentativo di suicidio gli agenti hanno messo in campo una serie di appostamenti e pedinamenti che hanno consentito di individuare dei personaggi, alcuni componenti di uno stesso nucleo familiare, che avevano allestito e sviluppato una fitta rete di spaccio adottando particolari cautele e modalità nella redditizia attività al fine di neutralizzare eventuali indagini.

Le investigazioni, durate circa 8 mesi, e le successive intercettazioni telefoniche ed ambientali disposte dal pubblico ministero titolare delle indagini, integrate dall’attività d’indagine tradizionale, hanno fatto emergere una realtà complessa e fiorente.

Infatti, durante tale fase si è proceduto all’arresto di 4 persone, mentre 3 sono state denunciate in stato di libertà ed altrettante segnalate al Prefetto, con il sequestro complessivo di gr. 546 di cocaina e oltre 2 kg di hashish.

Gli investigatori hanno pertanto ricostruito un sistema criminale che oltre allo spaccio di stupefacenti si estendeva anche all’estorsione ed all’usura, quale conseguenza dei tardivi pagamenti da parte dei clienti assuntori.

La rete dei clienti manteneva contatti telefonici con gli spacciatori che fissavano gli incontri per la consegna nei posti più insospettabili.

L’attività di spaccio, che ha interessato prevalentemente il comprensorio di Civitavecchia, era un vero e proprio business per le persone coinvolte, tanto che alcune avevano costituito un’impresa a conduzione familiare, mentre altri esercitavano anche all’interno di regolari attività commerciali, utilizzate come vere e proprie basi operative, all’interno delle quali avvenivano incontri, accordi, cessioni di droga, riscossioni e pestaggi dei clienti insolventi.

Durante l’esecuzione delle ordinanze cautelari sono stati sequestrati circa 50 grammi di stupefacente.


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