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Cerveteri, partiti di sistema e antisistema

Cerveteri, partiti di sistema e antisistema

Anche a Cerveteri è partita la macchina del fango. Il processo è in atto. Da questa tornata elettorale ognuno può imparare qualcosa

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CERVETERI – Da questa tornata elettorale ognuno può imparare qualcosa. Anche a Cerveteri che andrà al voto tra un anno e dove non certo per caso sono partite le varie macchine, quelle della strategie, quelle degli approcci con ipotesi di sperate e future alleanze, quelle che preferiscono galleggiare in attesa del migliore offerente, puntando su un certo numero di voti storici che si tramanda nodi padre in figlio che serviranno giusto per avere un consigliere comunale che con l’aiuto di Dio potrebbe anche determinante per la formazione di una maggioranza. E’ partita in grande stile e con largo anticipo la macchina del fango, tutta incentrata sull’uomo da battere, un sindaco scomodo in quanto sembra l’unico ad aver interpretato con largo anticipo, ciò che poi le urne in questi giorni hanno detto. Per vedere di capirci qualcosa, bisognerebbe partire dalla lucida analisi di Paolo Mieli. Partendo dall’assunto, che l’analisi del risultato porta a registrare non più una contrapposizione tra politica ed antipolitica, la prima ravvisabile nei partiti tradizionali e la seconda nel movimento Cinque stelle e Lega, ma tra partiti di sistema e partiti antisistema,ponendo tra gli antisistema lega e M5S . Dal risultato elettorale infatti emerge che dove c’è una presenza “ordinata ” e chiara dei partiti di sistema, vedi Milano, i partiti antisistema non passano. A Roma invece, il maggior risultato l’ottiene il M5S per una condizione opposta a quella di Milano. Ma deve far pensare anche Napoli e al trasversalismo che ha dimostrato andando a premiare un certo civismo che rappresenta non di certo ormai l’antipolitica. Allora il problema è: Vista che con questa contrapposizione si sfiderà il futuro della politica, quale dei partiti di sistema è più pronto, più strutturato, più incline a quel restyling necessario ad affascinare in termini di novità e di sicurezza strutturale quel popolo di elettori che cercano stabilità di sistema nell’antisistema? Così a prima vista il più “attrezzato” sembra il Pd perché nonostante i problemi che ha, che sono tanti, è l’unico che dimostra una volontà esterna che viene dai suoi simpatizzanti e condivisori dei suoi valori ideali e quindi suoi potenziali elettori a voler non buttare a mare la sua storia “buona” e la sua tradizione. La scelta cade nell’establishment del partito, tra quelli che sono disposti ad accettare e ad accogliere quello che è il vero e autentico cambiamento avendo il coraggio di rimuovere i blocchi e chi invece il cambiamento vorrebbe solo fingerlo con manipolazioni che non cambiano la sostanza. A Cerveteri questo processo è già in atto. Sarebbe per questo motivo che il giovane e lungimirante sindaco sarebbe interessato a mettere piede in un partito di sistema per rappresentare con l’aiuto di chi è già predisposto la componente antisistema che piace, è gradita e occorre? (To. Mo.)


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