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Incidente bus: l'autista non aveva assunto né droga né alcol

Incidente bus: l'autista non aveva assunto né droga né alcol

Più chiarezza sulla vicenda che ha visto coinvolti i bambini della scuola calcio Asd Città di Cerveteri. Carbone: «Il tenente dei Carabinieri i ha detto che il macchinista ha salvato 50 persone»

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CERVETERI – Spunta maggiore chiarezza sull’incidente occorso al bus che trasportava i 50 bambini di Cerveteri e alcuni loro genitori sulla strada di Piancastagnaio.  Il tenente dei Carabinieri Angelo Faraca,  comandante della tenenza di Abadia S. Salvatore, spiega come sono andate le cose, mettendo un punto e in qualche modo un freno alle voci che si rincorrono in queste ore sul web. In merito al sangue dell’autista del mezzo, sul quale secondo alcuni sarebbe stata accertata presenza di alcol, il tenente parla “di sole dicerie”.  

“Abbiamo eseguito il test tossicologico – spiega Faraca – che è risultato negativo, escludendo la presenza di tracce di droghe. Per quello relativo alla presenza di alcol, da una prima analisi è apparsa una leggerissima presenza di alcol che è stata poi smentita da un successivo test di verifica. Quello che posso dire invece sulla dinamica è che quell’automezzo ha preso esattamente l’unico punto possibile per la salvezza. Su quel tratto di strada, a destra si trovava un container lì fermo che aveva caricato la legna tagliata nei giorni precedenti. Sulla sinistra vi era un guard rail che se fosse stato preso avrebbe sicuramente penetrato il bus provocando i danni che si possono immaginare. Quindici-venti metri più avanti c’era una curva in discesa che col mezzo in quelle condizioni non sarebbe riuscito ad abbordare e che lo avrebbe portato a precipitare in una scarpata di circa 20-25 metri. Quindi è riuscito ad evitare il container, ad evitare il guard rail, a passare sugli spuntoni che rimanevano degli alberi di alto fusto che fortunatamente ormai non c’erano più, perché tagliati nei giorni precedenti, e a rovesciarsi ripeto, nell’unico posto possibile per la salvezza. Senza voler disturbare nessuno, però, condivido l’opinione di chi ha gridato al miracolo».

Chi invece poteva essere emotivamente coinvolto, i genitori.

Biagio Di Giancamillo dice: «Io non ho visto esattamente cosa può aver fatto l’autista, a mio avviso però è successo che quando ci siamo capottati, lui è uscito dal vetro frontale. Quando sono uscito dal pulman ho visto che era ad una cinquantina di metri di distanza che stava al telefono, immagino stesse chiamando i soccorsi. Anche io a caldo gli ho strillato “maledetto” ravvisando in lui il “colpevole” dell’accaduto, ma stava fermo e al telefono. Se comunque avesse abbandonato il bus non avremmo potuto trovarcelo davanti ma tutt’al più dietro acciaccato ed escoriato. Prima, in partenza, c’era stato un alterco con alcuni genitori, anche con me, per il fatto che si era lagnato in maniera ritenuta esagerata coi bambini rei di consumare delle patatine a bordo e di sporcare. Io avevo a bordo mio figlio e mia moglie e nessuno ha avuto problemi. L’angoscia mi è scattata perché io e mia moglie stavamo al piano di sotto del bus mentre il bambino stava su con gli altri e quando è successo il fatto il mio primo pensiero è stato quello di fare qualcosa per raggiungere il bimbo».

Giuliano Lipparelli dice: «Anche io l’ho trovato fuori al telefono. Gli strillavamo in tanti inveendo e dicendo parolacce. Ora, a mente fredda, penso che ha fatto bene ad allontanarsi perché lì a caldo con gli animi esagitati, spaventati e angosciati per la sorte dei bambini, sarebbe potuto succedere di tutto. Posso confermare che prima della partenza c’era stato con lui un battibecco animato fino al limite di poter usare le mani per come aveva sgridato i ragazzini che secondo lui sporcavano. Qualcuno gli ha rinfacciato l’uso del cellulare senza auricolare avvenuto però all’andata. Io penso che abbia però fatto una manovra eccezionale perché ad un certo punto si è avvertito che i freni non funzionavano e lui nonostante abbia tentato di ingranare una marcia più bassa, questa non è entrata e l’auto ha continuato la sua corsa a discesa libera. Mia moglie ha riportato qualche contusione alla spalla mentre mio figlio, che ora sta bene si è rotto il setto nasale». Ambedue hanno rilasciato la loro deposizione ai carabinieri del pronto soccorso.

Fabrizio Carbone, responsabile della scuola calcio dell’ Asd Città di Cerveteri, sopraggiunto subito dopo, dal canto suo “esclude che possa essersi lanciato in quanto proprio il suo lato è stato il più compromesso dall’incidente. «L’autista è uscito dal bus insieme ai genitori e poi si è allontanato vista l’ostilità e la rabbia nei suoi confronti – dice Carbone – Io ho dato il suo numero al tenente dei carabinieri che lo ha chiamato e lui ha risposto: ‘‘Io sono qua, venitemi a prendere perché ho paura che questi mi lincian’’. Tra l’altro, il tenente ha detto che quell’uomo ha salvato 50 persone. A questo punto vorrei però che per rispetto anche alla sorte benevola si interrompesse ogni polemica a riguardo e lasciar operare i tecnici per l’accertamento delle vere responsabilità».

(To.Mo.)


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