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Caso Braccini: la minoranza fa quadrato

Caso Braccini: la minoranza fa quadrato

L'opposizione si riunisce e scende in campo per difendere i diritti dell'ex lavoratore di Civitavecchia infrastrutture, licenziato nei giorni scorsi dal liquidatore dell'azienda

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di FRANCESCO BALDINI

 

CIVITAVECCHIA – La minoranza fa quadrato e scende in campo per difendere i diritti di Alessandro Braccini, ex lavoratore di Civitavecchia infrastrutture, licenziato nei giorni scorsi dal liquidatore dell’azienda. Una levata di scudi contro quello che viene giudicato come un provvedimento estremo ed antidemocratico.

“Ringrazio tutte le forze d’opposizione – ha detto Enrico Leopardo, Pd – perché questa è una battaglia di tutti. È una vicenda incredibile, non è umana o democratica”.

Leopardo ha continuato spiegando che Braccini lavora nella società da oltre 19 anni:  “E da due anni non c’è stipendio.  L’uomo, rientrando al lavoro, ha scoperto che il suo posto non esisteva più, non c’era il pc o la scrivania, preso dalla rabbia fa entrare una tv locale per mostrare la situazione. Dopo una lettera con cui viene sospeso, arriva il licenziamento da parte del liquidatore.  È un metodo fascista che non deve esistere in una democrazia, noi non lo accettiamo”.

Parole dure che vengono confermate da Marco Piendibene, Pd: “Braccini voleva lavorare – sottolinea – nonostante la situazione al limite del mobbing, ha ritenuto di dover chiamare la stampa in un ufficio pubblico. Negli anni passati alcuni attivisti entrarono nella sede dell’acquedotto, un luogo sensibile, e fecero delle riprese. L’amministrazione di centro sinistra di quel periodo reintegrò i lavoratori dopo un richiamo. La risposta dei Cinque stelle è ‘‘Noi non sapevamo’’, a mio parere – conclude – se sapevano è gravissimo, perché si tratta di un comportamento vendicativo, se invece non sapevano è altrettanto grave perché è la dimostrazione che non sono in grado di tenere la barra del comune”.

Andre D’Angelo, centrodestra: “Bisogna capire cosa mettere in campo, come intervenire. L’amministrazione Cozzolino fa terrorismo psicologico. Noi siamo qui – ha concluso – per dimostrare che c’è ancora una politica ‘‘buona’’, che vuole tutelare i lavoratori”.

Sandro De Paolis, Ncd, ha ricordato che non si tratta della prima vicenda e che bisogna considerare che si tratta di un errore fatto sotto la spinta della disperazione: “Sì, ha sbagliato – ha detto – ma la sanzione è assurda ed eccessiva. È un errore frutto di vessazioni. La politica dovrebbe risolvere i problemi della gente e non crearli”.

L’opposizione sembra concorde nel pensare che si tratti di un licenziamento ingiusto, e si fa vicina al lavoratore licenziato, come ha sottolineato Massimiliano Grasso, de La svolta: “Esprimo la mia solidarietà ad Alessandro. Il primo errore – ha spiegato – è stato quello di far entrare concetti di politicizzazione nelle municipalizzate e quindi di etichettare i lavoratori, questo è stato un atto mirato di discriminazione. Così facendo si colpisce la parte più debole: il dipendente. La politica deve farsi carico delle sue responsabilità, in due anni non ci sono ancora risposte. Dopo il decreto Madia non si possono più costituire nuove società – ha aggiunto – e ci sarà la dimissione delle società non in regola, ancora nessuna risposta per i quattrocento lavoratori. Si assumano – continua puntando il dito sui grillini – la responsabilità delle proprie scelte. Un fronte comune spontaneo contro un atto discriminatorio, adesso – ha concluso – bisogna incalzare, richiamando le organizzazioni sindacali e la cittadinanza ad aprire gli occhi su quanto sta accadendo in tutta la città”.

Marco Di Gennaro, Pd, ha ricordato la costituzione: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Discredito all’azienda? – si domanda – ma non si parla di discredito quando si dice qualcosa di non vero? In questa situazione è fondamentale il ruolo del Sindaco, se non sapeva scenda in campo e rimedi”.

Fabiana Attig, Ugl, è intervenuta confermando l’impossibilità della nascita della New co e dell’aumento dei debiti delle partecipate sotto il governo Cozzolino: “L’amministrazione – ha detto – prende in giro da due anni con chiacchiere e non ci sono atti amministrativi. La violenza psicologica provoca disperazione. Stanno portando l’ente al default, noi – ha concluso – siamo a disposizione dei lavoratori, bisogna unire le forze”.


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