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Cerveteri. Mensa, Giordano: "Mai parlato di gravissimo rischio"

Cerveteri. Mensa, Giordano: "Mai parlato di gravissimo rischio"

Il medico precisa i punti della relazione protocollata al Comune

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di TONI MORETTI

CERVETERI – Il dottor Gaetano Giordano torna a parlare della questione mensa e della sua relazione, precisando alcuni punti e di fatto ridimensionando la questione dei pasti e della loro somministrazione. Il medico esordisce, infatti, dicendo di non aver mai scritto o parlato di «gravissimo rischio».

Senz’altro chi non è avvezzo al linguaggio tecnico, interpreta come ‘‘gravissimo rischio” ciò che esprime nella relazione quando scrive: «Si ricorda qui che, a detta degli epidemiologici, proprio i contatti con il cibo a mani sporche sono responsabili delle più comuni (spesso anche gravi), infezioni gastroenteriche e virali» e ancora «Non è dunque azzardato definire la mensa scolastica, da questo punto di vista, un potenziale serbatoio di anche gravi infezioni infantili». In proposito il medico dichiara: «Io sono andato alla Sodexo esattamente il 16 febbraio alla scuola Silvio D’Amico dove cucinano il 18 marzo, ho visionato come venivano somministrati i pasti. Ma la mia critica si basa principalmente sul menù che ho affrontato dal punto di vista dietologico».

Ma è quando si è recato alla sede dove si cucinano i pasti che lei ha rilevato le irregolarità? «No, io non ho parlato di irregolarità – spiega il medico – ho soltanto fatto presente che quelle mascherine protettive che il personale usa, non erano funzionali in quanto, se qualcuno portava gli occhiali e parlava, questi si appannavano ed era costretto ad abbassarla. E’ in questo momento che se era portatore di un virus o altro, poteva contagiarlo. (Si sottolinea che è prassi costante di tutti gli operatori parlare con le mascherine abbassate anche quando si trovano ad immediato contatto col cibo). Se c’è qualcuno che parla ed è portatore di virus perché ammalato, al condizionale potrebbe portare infezione. Segnalai il fatto alla responsabile della Sodexo che mi disse che avrebbero provveduto a sostituire le mascherine ma non ho ritenuto, per quelle circostanze, avvisare le autorità vista la componente probabilistica di una infezione». Il dottore parla quindi di una «potenzialità lesiva di difficile apprezzamento» e sposta l’asse della discussione sul menu che non viene né rispettato nell’elencazione dei cibi, e né ritenuto idoneo per il ricco apporto di carboidrati, peggiorato dalla pasta, molto frequente e scotta che comporta picchi glicemici ed insulinici elevati. Alla constatazione che il menù è proposto da un nutrizionista e approvato dalla ASL, il dottore risponde che forse «il collega si basa principalmente sul calcolo dell’apporto calorico trascurando il resto».


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