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Grandi festeggiamenti per i 25 anni dei St John Singers

Libertà, speranza e solidarietà e fratellanza

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MANZIANA – Libertà, speranza, fratellanza, solidarietà. Temi universali che da sempre sono il filo conduttore della musica afroamericana, degli spiritual e dei gospel che anelano ad un mondo senza diseguaglianze. Musica nera per lo più.

Ma da 25 anni questo repertorio è divenuto anche un patrimonio italiano grazie alla straordinaria attività dei St John Singers che da cinque lustri hanno fatto propria questi melodie e questi testi “importandoli”, con grande successo in Italia. Un ponte culturale che negli anni è riuscito a creare un legame stretto tra Manziana e interpreti d’oltreoceano. Lo si è capito bene sabato e domenica a Manziana in occasione dei festeggiamenti del coro nato nel 1991 quasi per scommessa per un debutto nell’ambito dell’Anno Colombiano che celebrava la scoperta delll’America. Harold Bradley, Joy Garrison, Charlie Cannon domenica scorsa sul palco a Manziana hanno portato un pezzo d’America. Manziana, anche in questa occasione, è stata teatro della grande musica nel segno della denuncia della scomparsa di migliaia di bambini svaniti nel nulla. Il venticinquennale ha voluto centrare l’attenzione infatti, nel segno costante dell’attenzione per i più deboli, su un fenomeno che fa orrore.

Il tema è stato coniugato in varie forme. In primo luogo nella mostra “Gli altri siamo noi” allestita in via del Forte nella quale sette artisti – Giuseppe Fontana, Loredana Galigani, Cristiano Guitarrini, Patrizia Ottaviani, Ivano Petrucci, Antonio Schiavi, Gaetano Vari – hanno interpretato il dolore e l’angoscia tra bimbi privati di organi, bimbi chiusi in posizione fetali, madri addolorate e l’effigie del santo protettore dei bambini. (E. R.)


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