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Accoglienza e multiculturalità

Accoglienza e multiculturalità

Parla in un’intervista la consigliera di maggioranza del Comune di Ladispoli. La  presidente del forum immigrazione presente ad una manifestazione sull’integrazione. Silvia Marongiu: «Con la paura dell’altro non si affronta il futuro»

LADISPOLI – Immigrazione. A parlarne la consigliera del comune di Ladispoli Silvia Marongiu.Accoglienza: attraversiamo un momento in cui non è facile parlarne. L’arrivo di 20 richiedenti asilo a Fiumicino è stato accolto con proteste. Lei il 21 luglio ha scelto di partecipare, come presidente del forum immigrazione provinciale e consigliera delegata all’integrazione del Comune di Ladispoli, ad una manifestazione di segno opposto. Ci spiega perché?

«Il 21 luglio ho cercato di portare una testimonianza di passione e concretezza, di riflessione sugli obiettivi raggiunti mettendo in evidenza la necessità di costruire un percorso condiviso che vada oltre il tema emergenziale. Giovedì si è respirata aria di gioia e di confronto. In rappresentanza di Ladispoli/Cerveteri è intervenuta la mediatrice culturale Badia Rami, presidente dell’associazione Maraa e coordinatrice del dipartimento donne della Comai (Comunità del mondo Arabo in Italia) e Babel Thiam, membro della comunità senegalese. Il Forum immigrazione della federazione provinciale, a parte le iniziative e gli incontri tematici, ha interpellato i Sindaci rappresentanti di diverse realtà locali, attualmente impegnate nella gestione e accoglienza dei richiedenti asilo. Da un confronto aperto e volto alla condivisione delle criticità ma soprattutto all’ascolto di alcune best practice in atto, sono emerse diverse prospettive e una pluralità eterogenea di possibili approcci alla situazione contingente. In particolar modo : la necessità di consolidare la gestione dell’afflusso attraverso una rete associata e sistematica».

Il sindaco Montino, nel caso di Fiumicino, ha lamentato un deficit di comunicazione e di confronto coi comuni da parte della Prefettura. Su Ladispoli e Cerveteri più di un anno fa un confronto col prefetto ci fu e l’arrivo dei profughi fu fermato. Se Ladispoli dovesse essere chiamata ad accogliere alcuni migranti, crede sarebbe pronta? Che reazioni pensa che osserveremmo?

«Attualmente il governo nazionale sta cercando di fare un lavoro di concertazione con enti locali e regioni. I Comuni non possono e non devono essere scavalcati nella fase di studio ed in quella decisionale. E’ importante che i Comuni dove il modello è riuscito a trasformare le criticità in opportunità per la Comunità intera, mettano in rete e in condivisione il progetto sposato attraverso piattaforme informatiche innovative.

A Ladispoli e Cerveteri, attraverso il tavolo distrettuale del piano di zona stiamo cercando di studiare una progettualità che non ci colga impreparati, articolando delle proposte da presentare in prefettura e concordando delle modalità d’intervento».

Ladispoli, nonostante alcune recenti polemiche sul corso di romeno, poi invece ripreso positivamente anche dalla stampa nazionale, diventa sempre più un esteso laboratorio di multiculturalità. Come ci racconta la cronaca internazionale di questi tempi, in alcune realtà dietro il multiculturalismo si celano fenomeni di emarginazione. Cosa si può fare di più qui da noi?

«Relativamente al corso di romeno, da ottobre abbiamo assistito a gare di click su un tema delicato. Il primo nemico da fronteggiare è la generalizzazione congiunta alla strumentalizzazione attraverso la cultura e la corretta comunicazione che aiutano a non pregiudicare i toni o gli argomenti della riflessione. Con la paura dell’altro non si affronta il futuro e in un mondo che cambia è fondamentale conoscere le altre culture. Non si posso fare battaglie ideologiche quando si ha a che fare con i bambini; tutto diventa strumentale e fuorviante. I bambini rappresentano la scuola multiculturale specchio di una comunità».

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