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Raggiunto dal papà e dalla polizia, è salito su un palazzo per lanciarsi nel vuoto

Raggiunto dal papà e dalla polizia, è salito su un palazzo per lanciarsi nel vuoto

A Roma l'agghiacciante epilogo del viaggio in treno con cui mercoledì sera il sedicenne civitavecchiese si era allontanato da casa. Il padre aveva dato l'allarme rintracciandolo attraverso il cellulare, ma non è riuscito a fermarlo. Ancora misteriose le cause del gesto. Accantonata l'ipotesi di un caso di bullismo, si indaga su un giro di amicizie che sembra che da un po' preoccupasse i genitori del ragazzo

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CIVITAVECCHIA – Una tragedia che si tinge ancora più di giallo, quella del sedicenne civitavecchiese che nella notte tra mercoledì e giovedì si è ucciso a Roma, lanciandosi da un palazzo.

Forse un brutto giro di amicizie, al di fuori dei compagni della scuola e dello sport, in cui si era infilato Luca (il nome è di fantasia), fatto sta che pare che da un po’ di tempo la famiglia fosse preoccupata per il ragazzo, studente di un istituto superiore di Civitavecchia, e giocatore nelle giovanili di un club di pallanuoto. Così, quando mercoledì sera il giovane è uscito di casa, il padre si è messo in allarme. Tramite la geolocalizzazione del cellulare individua il figlio nei pressi della stazione Termini, a Roma. Il genitore parte anche lui per Roma e contatta la Polizia, tramite il commissariato di Civitavecchia si mette in contatto con la Polfer e con il commissariato Viminale.

Intorno a mezzanotte padre e figlio sono vicini, in via Castelfidardo, una traversa di piazza dell’Indipendenza a due passi da Termini. Secondo quanto riportato dal Corriere.it “Qualcuno li vede. Un ristoratore racconterà agli investigatori di «aver sentito il papà alzare la voce, forse parlavano anche di scuola»”. Clima teso, situazione confusa, arriva la polizia, sulle tracce del giovane. Dall’altra parte della strada il ragazzo, forse sentendosi «accerchiato» cerca una via di fuga.

«Quel povero giovane si è messo a citofonare a tutti – ha raccontato un albergatore sempre a Corriere.it -. Poi è uscito qualcuno dal civico 31, la porta si è aperta e lui è corso su».

Fino al punto più alto dello stabile dove ha sede un Bed & Breakfast, e si è lanciato nel vuoto, da 10 metri di altezza.

Al momento, dagli investigatori del commissariato Viminale, non è esclusa nessuna pista. I genitori, che sono stati ascoltati dalla Polizia, non si danno pace. In un primo momento, in città, soprattutto sui gruppi social frequentati da adolescenti come Luca, si era parlato di un possibile caso di bullismo. Ma l’ipotesi al momento non sarebbe suffragata da elementi concreti, mentre l’attenzione si concentrerebbe sulle presunte cattive compagnie che potrebbero aver portato il giovane a contatto con un giro che ne avrebbe minato l’equilibrio, già difficile da mantenere in una fase complessa come quella dell’adolescenza.

Al momento, però, si tratta solo di ipotesi al vaglio della Polizia. L’unica certezza è quella della fine assurda di una giovane vita, sotto gli occhi del padre, disperato.

IL CORDOGLIO DEL SINDACO – “Ho appreso ieri che un ragazzo di sedici anni si è tolto la vita a Roma. Il ragazzo civitavecchiese era uno sportivo e ben voluto da tutti. Sono sinceramente addolorato per quello che è successo e non riesco neanche ad immaginare cosa possa star vivendo la sua famiglia. Per quanto possa essere di conforto, ci tengo prima da padre e poi da Sindaco ad esternare tutta la mia vicinanza ai familiari del ragazzo senza la pretesa che questo possa alleviare il loro dolore”. Questo il messaggio di cordoglio del sindaco Antonio Cozzolino.


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