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Giuliano Gemma avrebbe compiuto 78 anni

Il ricordo commosso del suo carissimo amico fraterno Roberto Di Berardino, con lui fino alla fine. Cerveteri lo ha ricordato con la proiezione di un docu-film inedito realizzato dalle figlie Vera e Giuliana

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di TONI MORETTI

CERVETERI – Nel 2003, un uomo amante dell’arte, artista dentro, grande star del cinema internazionale, “bello come er sole”, il pensiero inconfessato di donne giovani e non, decide di vivere in una piccola città ricca di storia, di arte, di cultura, patria di genti, quelle etrusche  che hanno espresso fulgidissime civiltà, già prima di Roma. Giuliano Gemma, compra una casa che allestisce a suo gusto curandone ogni particolare, fissa la residenza e con la riservatezza che gli era nota, pur nella consapevolezza di non passare inosservato poiché famoso e conosciutissimo, comincia a vivere Cerveteri con la sua grande curiosità. Una delle sue prime tappe è stata senz’altro presso la galleria d’arte di Roberto Di Berardino che nel tempo diventerà l’amico fraterno di Gemma. L’uomo col quale condivideva una delle sue grandi passioni, la scultura. Con il quale ha condiviso un sentimento di amicizia profonda, segreti personali e professionali, e con il quale ha condiviso gli ultimi minuti della sua vita. Roberto era lì con lui quel tragico primo ottobre del 2013, trenta giorni esatti dopo il suo ultimo compleanno in vita, sopraggiunto dopo pochi minuti con la sua auto dove Gemma ebbe quel brutto incidente che gli costò la vita. «Ci eravamo sentiti per telefono, – ci racconta Roberto, – e come facevamo spesso, decidemmo di andare a passare la serata alla sala bingo di Civitavecchia. Chiusi il negozio, mi attardai per comprare le sigarette e mi avviai verso casa. Al bivio dove via del Sasso si biforca con via di Zambra notai confusione e i segni di un incidente. Un agente della polizia locale mi riconobbe, si avvicinò e mi disse che era il mio amico che aveva avuto un brutto incidente. Mi avvicinai, lui mi vide e nonostante stesse molto male mi sorrideva tentando come di rassicurarmi. Mi diede il suo giubbotto, tentò di fare una telefonata, si vedeva che aveva voglia di stare con me. Poi ad un certo punto ho avuto l’impressione contraria. Dopo ho pensato che aveva capito che se ne stava andando, e che lui che non ha mai chiesto niente a nessuno, voleva andar via da solo. Caricato sull’ambulanza, all’ospedale di Civitavecchia chiesi al medico quale fosse la sua condizione. Alla risposta: ‘‘immagini la peggiore”. ho capito. Giuliano ci aveva lasciati. Giuliano era un uomo semplice, amava l’arte e gli animali.  Con la sua cagna, Cleopatra, che adesso ho adottato io, si divertiva ad insegnarle a fare l’attrice. Era un uomo dotato di grande ironia. Speciale, quando raccontava per esempio un aneddoto di un fatto successo in Spagna a lui, a Nazareno Zamperla, suo maestro d’armi e altro grande amico, e a Nino Benvenuti, da poco campione del mondo di pugilato con il quale ha girato un film. Bene nasce una discussione con uno spagnolo per un taxi da prendere. Questo, probabilmente alticcio, voleva fare a botte e indovinate con chi? Proprio con Nino del quale non sapeva nulla. Era grandissimo quando ci spiegava che tentava di dissuadere lo spagnolo dicendogli: – Ma perché proprio lui? Fai a cazzotti con me.- Ma che non c’era verso. Lo spagnolo voleva menare Nino Benvenuti. era uno spettacolo vedere insieme poi Giuliano e Nano (Zamperla), nella sua piscina fino a tre mesi prima della morte, avvitarsi lui in salti mortali durante i tuffi e nano che lo incitava a piegarsi di più. Aveva settantatrè anni».

Il ricordo della moglie Baba Richerme

CERVETERI – Baba Richerme, è la moglie di Giuliano Gemma. Non è un lapsus definirla tale in quanto lei si sente sempre vicina a Giuliano e ancora con Giuliano. Raggiunta telefonicamente a Venezia dove si trova per un impegno di lavoro al festival internazionale del cinema , ci dice: «E’ un compleanno che in effetti io festeggio con lui perché per me è il suo compleanno ogni giorno, perchè in ogni momento Giuliano è con me in quanto non c’è una cosa che non me lo ricordi. Ogni anno noi si festeggiava il suo compleanno a Venezia dove io mi reco per lavoro al festival del cinema o perché magari aveva anche impegni di lavoro suoi, presentava un film o altro. Lui non è mai stato un divo, è stata una star nel senso più vero della parola ma anche un uomo di una semplicità assoluta sempre  ogni anno nell’albergo dove alloggiavamo a Venezia, sapendo che lui andava matto per le crostate di frutta tentavano di farle una torta ogni volta diversa e lui si stupiva ogni volta di questa attenzione proprio perchè era una persona così semplice, così estremamente anti divo in tutto ed era sempre contento di qualunque attenzione gli dimostrassero. Era sì abituato ma si sorprendeva sempre perché Giuliano è stata una persona di grandissima umiltà, aperto verso gli altri. Questo è il ricordo in assoluto di tutti, dai grandi registi alle persone importanti e dalle persone più semplici per i quali aveva sempre una parola. Era molto ironico ed è stato un grande compagno di vita, perché era divertente, sempre con la battuta pronta». Le figlie  Emma e Giuliana hanno realizzato un docu-film che hanno presentato in apertura della sagra dell’uva in Sala Ruspoli su un’idea di Ivan Biscetti. In questo documentario, chiaro e a tratti colmo di tenerezza, si può conoscere l’uomo Gemma a 360 gradi. Passioni, determinazione, qualità artistiche ed umane, quelle che soprattutto lo consacreranno alla storia del cinema.


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