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Problemi nel settore della pesca, Sardone scrive alla Regione

Il delegato alle problematiche ittiche del comune di Civitavecchia si rivolge al presidente Nicola Zingaretti e all'assessore all'Agricoltura, Caccia e Pesca Carlo Hausmann

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CIVITAVECCHIA – Egregi Presidente ed Assessore,
è con rammarico e delusione che Vi scrivo, e, mio malgrado, debbo farlo in forma pubblica, per sollecitarVi sul gravissimo stato di crisi che sta attraversando il settore della pesca in un contesto di completo disinteresse ed inadeguatezza da parte del competente Assessorato regionale.

A quasi 3 anni di distanza dall’ultimo tavolo tecnico ufficiale (convocato dall’Assessorato per il 30 gennaio 2014), nulla è stato fatto relativamente agli interventi proposti e sollecitati. La Legge Regionale n. 4 del 19 marzo 2008, sulla quale si sono concentrati due anni di sforzi e lavoro da parte degli uffici regionali e delle Associazioni di categoria, rimane, ad oggi, completamente inapplicata, in particolare per quanto riguarda l’istituzione del Tavolo Blu e delle Commissioni Consultive Locali (che rappresentano un momento decisivo, a livello locale, di incontro e discussione tra le Istituzioni ed il settore). Ad oggi, nonostante più volte sollecitati, gli uffici dell’Assessorato continuano ad ignorare le gravissime difficoltà causate da questa inerzia che non esito a definire vergognosa. Il regolamento sulla pescaturismo e l’ittiturismo, ormai redatto ed approvato da tutte le Associazioni di Categoria ed i Sindacati da oltre due anni, è scomparso dall’agenda dell’Assessorato, nonostante costituisse un’opportunità di integrazione occupazionale e reddituale per decine di imprese di pesca, senza peraltro gravare in alcun modo sulle casse regionali.

Le modifiche alla stessa L.R. 4/2008 ed alla L.R. n. 87 del 7 dicembre 1990 rimangono tra le intenzioni manifestate dall’Assessorato, pur non essendo mai state realmente affrontate o perlomeno discusse in alcun tavolo. In particolare debbo significare che il settore della pesca nelle acque interne sta registrando l’estinzione dei pescatori professionisti a beneficio dei bracconieri e ciò avviene esclusivamente a causa dell’incapacità e della mancanza di volontà, da parte dell’Assessorato Agricoltura Foreste Caccia e Pesca, di affrontare una questione per la quale, oltre a quello del sottoscritto e delle Associazioni di categoria, è stato apertamente ignorato anche il contributo autorevole fornito da ARSIAL; contributi che avrebbero consentito di sferrare un colpo mortale alla pesca di frodo dando un minimo di respiro alla pesca professionale che, a differenza dei primi, sarebbe quella da tutelare. Nonostante più volte sollecitato, l’Assessorato ha scelto di non dotarsi di alcuno strumento di rilevazione statistica dei dati sul settore, con il risultato che oggi si partecipa alla discussione a livello ministeriale sul FEAMP, che dovrebbe costituire un volano per la modernizzazione ed il rilancio del settore, con dati risalenti a più di dieci anni fa.

A quanto ci risulta, anche a causa del ridimensionamento dell’ARSIAL (che invece dalla Giunta Marrazzo era individuata come la salvezza da tutti i mali del settore agro-alimentare), la Regione Lazio non ha partecipato in alcun modo alle procedure di revisione del piano anguille che invece, allo stato attuale, sta procurando non poche sofferenze ai pescatori delle acque interne. Il sottodimensionamento numerico degli uffici, la continua rotazione dei funzionari da un ufficio all’altro e la mancata individuazione di uno staff, facente capo alle aree decentrate, specificatamente dedicato (pur se non in via esclusiva) al settore della pesca professionale sono, a parere di chi scrive, un’evidente dimostrazione di disinteresse verso il settore. È ormai prassi consolidata che le imprese di pesca, a fronte di una disomogenea applicazione delle norme per l’istruttoria e la rendicontazione delle pratiche di finanziamento comunitario, rinuncino ad accedere ai finanziamenti stessi perché spaventate o sfiancate, oltre che da un sistema burocratico mostruoso, dalla fantasiosa e difforme applicazione dello stesso da parte dei funzionari di volta in volta incaricati.

Questo sistema, e questo completo disinteresse da parte dell’Amministrazione regionale verso il settore pesca, non sono più tollerabili a nessun livello. In presenza di tali considerazioni non posso che allegare alla presente la parte del programma elettorale, alla quale il sottoscritto ha avuto “l’onore” di fornire un corposo contributo, della coalizione che sosteneva il Presidente Zingaretti relativa agli interventi previsti per il settore pesca e di lasciare a chi legge le considerazioni sul reale operato dell’Assessorato all’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca nel corso di tre anni di legislatura.

Purtroppo quello che doveva essere “un nuovo inizio” si sta trasformando in una fine ingloriosa.


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