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Asl Rm 4, Salute mentale in carcere e i percorsi di cura

Asl Rm 4, Salute mentale in carcere e i percorsi di cura

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CIVITAVECCHIA – Grande partecipazione per  l’evento formativo ECM “Percorsi di cura per la migliore gestione del paziente con disturbi mentali maggiori”, promosso dalla Direzione Aziendale e dalla Direzione della Casa Circondariale Aurelia.Alla manifestazione che ha avuto luogo lo scorso 26 settembre all’interno della struttura penitenziaria di Borgata Aurelia,  erano presenti il Dott. Giuseppe Quintavalle, Direttore Generale della ASL Roma 4, il Dott. Stefano Anastasia, Garante Detenuti Regione Lazio, la Dott.ssa Cinzia Calandrino, Provveditore Regionale Amministrazione Penitenziaria, il Dott. Mauro Palma, Garante Nazionale Detenuti, il Dott. Vincenzo Panella, direttore Regionale Salute e Politiche Sociali, la Dott.ssa Daniela Pezzi, Dirigente della Consulta Regionale per la Salute Mentale, e i dirigenti delle case circondariali e del  Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 4.Gli interventi che  si sono succeduti durante la giornata formativa, hanno evidenziato una notevole collaborazione tra le Istituzioni e il territorio a favore delle persone che scontano una pena detentiva, pur rispettando i criteri di sicurezza propri delle strutture penitenziarie.

L’attività dell’Azienda Sanitaria Asl Roma 4  è mirata sia alla cura della malattie organiche attraverso i  “Percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali” (PDTA) sia alla salvaguardia  della salute mentale con il lavoro svolto dal Reparto di Osservazione Psichiatrica (R.O.P.) il cui obiettivo mirato al recupero psichico, è organizzato  mediante  la realizzazione di un servizio psichiatrico in grado di assicurare la continuità terapeutica. Tra le varie attività citate durante il corso, si è evidenziata la  funzione non indifferente del  Servizio Nuovi Giunti che viene svolto in prima persona dal professionista psicologo che valutando il detenuto nuovo giunto può effettuare in prima istanza una valutazione riguardo ad eventuali rischi di autolesionismo e di suicidio e segnalare eventuali situazioni critiche mettendo in atto una serie di misure precauzionali come la grande sorveglianza e sorveglianza a vista. Questi sono i percorsi integrativi all’attività principale sulla quale è basato il sistema di recupero del detenuto, cioè la riabilitazione volta a favorire il cambiamento del detenuto e il reinserimento sociale dopo la misura detentiva.

L’attività riabilitativa  offre al detenuto un’opportunità di crescita personale e professionale, offrendo la possibilità di sviluppare quelle abilità individuali che consentono di valorizzare la persona nel suo insieme. Il detenuto avrà la possibilità di  investire le capacità acquisite in un progetto di futuro fuori dal carcere, grazie anche alle attività che verranno svolte sul territorio sia dalle Istituzioni che dal mondo del terzo settore. Per l’occasione il dottor Quintavalle ha ricordato l’importanza di garantire il Diritto alla Salute alle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, nonché il loro diritto ad usufruire di un sostengo psicologico, sottolineando la rilevanza della presa in carico del paziente detenuto da parte del DSM, nonché l’efficacia terapeutica del PDTA penitenziario, che si avvale di interventi integrati appoggiandosi alle risorse della comunità, coinvolgendo per quanto possibile il contesto familiare, ambientale e sociale della persona. Costruire un ambiente idoneo per lo svolgimento del lavoro del professionista psicologo all’interno degli istituti penitenziari è doveroso per permettere le azioni di sostegno necessarie al recupero dell’individuo. 


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