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Spiaggia di Passoscuro, un passo indietro

Spiaggia di Passoscuro, un passo indietro

Inutili fino a oggi i riporti di sabbia e sassi, si torna al ripascimento morbido

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di NICOLA DE MATTEO

PASSOSCURO – Come è ben noto a tutti, la spiaggia di Passoscuro è in lento ma continuo accrescimento.T’antè che i geologi che alla fine degli anni 90 fecero il carotaggio per la costruzione del cavalcaferrivia di Palidoro, estrassero da una profondità di 37 metri, una carota contenente una serie di sassolini di colore grigio verde. Il geologo capo spiegava al suo assistente, che quel tipo di sassolini in Italia esistono solo alla falde del monte Fumaiolo, alle sorgenti del Tevere.
E proprio da li che trasportati dalla corrente, nel corso dei millenni sono giunti a Ponte Galeria e si sono distribuiti fino a Palidoro e a Marina di San Nicola, dove si trovano le prime rocce solide proveniente dall’eruzione che formo il lago di Bracciano e che consentirono di costruire il porto di Pompeo.
Difatti a partire dal Porto di Pompeo, altre rocce si trovano al km 33,500 della via Aurelia, poco dopo il cimitero di Statua. Dove troviamo anche i ruderi della villa di Rufo e il ponte Cupino.
Altra cava di pietra la troviamo a monte di Palidoro. E poi si sale verso il castello di Torrimpietra e Aranova, per proseguire verso Caste di Guido e Ponte Galeria. E il semicerchio è chiuso.
Per cui appare ragionevole credere che la pianura, ora compresa tra Marina di San Nicola, Palidoro e il fiume Arrone e Campo Salino, e la foce del Tevere una volta era coperta dal mare e che, nel corso dei secoli i detriti provenienti dal bacino imbrifero del Tevere, che comprende anche quello del fiume Paglia, che vi trascina le creti senesi; del Velino che da Amatrice si getta nel Nera alla cascate delle Marmore. Nonché quello dell’Aniene, hanno contribuito all’accrescimento della spiaggia di Passoscuro, fino a quella che vediamo oggi.
Più scarso risulta l’apporto di detriti proveniente da bacino imbrifero del fiume Arrone che dal lago di Anguillara porta scarsi detriti che, a loro volta, per effetto delle correnti marine prevalenti sud-est, nord-ovest, li trascinano sulla spiaggia di Maccarese Lido e Passoscuro, più che su quella di Fregene Sud.
Ragione per cui oggi che di detriti ne arrivano pochi in genere, assistiamo a fenomeni di erosioni che, tra l’altro, si sono verificate anche nei secoli passati. Solo che allora non si notavano, perché la costa non era stata ancora antropizzata.
Tuttavia a Passoscuro negli ultimi 35 anni si è assistito all’innalzamento delle dune verso il Rio Palidoro, da zero a 5-6 metri, che ancora nei primi anni 80 non c’erano. Vedi foto.
Ciò e avvenuto a causa della recinzione con rete metallica e della piantumazione di alberi lungo il confine con il demanio marittimo, che ha frenato la sabbia e ha fatto crescere le dune.
Da qui l’idea di rispolverare il vecchio sistema del ripascimento morbido, ventilato già negli anni 80 anche per la spiaggia di Ostia.
Il ripascimento morbido, già praticato a Zerbruken in Belgio, come riferito dal dott. Salvatore Spoto circa 30 anni fa sul quotidiano “Il Messaggero”, consiste nel non fare avanzare la sabbia dal bagnasciuga verso l’interno. Ma fermarla con apposite barriere frangivento naturali, alte 30 -50 cm, posizionate a una dozzina di metri dalla riva e che vanno spostate verso mare nel momento opportuno.
Tentare di ripascere la spiaggia portandovi sassi o sabbia, che spariscono alla prima mareggiata, sono solo soldi buttati al vento. Come dice anche l’On Fulco Pratesi.
Fare un piccolo esperimento di rinascimento  morbido, magari limitato a un centinaio di metri sulla spiaggia di Passoscuro, proprio di fronte alla casa sulla palafitta, non costerebbe molto. E poi, hai visto mai che dovesse funzionare. 


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