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Cozzolino: "I nostri sono stati atti dovuti"

Cozzolino: "I nostri sono stati atti dovuti"

Acceso dibattito alla Pucci sul crematorio. Il sindaco: "Avremmo fatto a meno dell’impianto al cimitero. Ma le scelte politiche sono state prese da altri". La minoranza: "La massima assise estromessa dalla discussione". Per il segretario generale è tutto regolare 

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CIVITAVECCHIA – Il forno crematorio non è mai stato una minaccia per il Movimento Cinque Stelle. Ma il progetto c’è ed ora, in sostanza, non si può tornare indietro. Lo hanno ribadito gli esponenti grillini nel corso del consiglio comunale aperto. «Se fosse stato per questa amministrazione, non avremmo iniziato l’iter per il forno crematorio – ha chiarito il sindaco Antonio Cozzolino – gli atti di questa amministrazione iniziano ad ottobre 2015 e sono atti dovuti: le scelte politiche sul forno sono state fatte da altri, dal 1967 e poi dalla giunta Tidei. Se l’iter non fosse stato avviato noi non ci avremmo pensato, non perché siamo contrari alla cremazione che invece reputiamo un atto di civiltà, ma perché questa città ha già tanti guai e problemi che la realizzazione di questo impianto non sarebbe stata in cima ai nostri pensieri».

E la frase ‘‘non si accenderà più neanche un cerino’’ che più volte è risuonata alla Pucci? «L’impegno a non aggiungere alcuna ulteriore fonte di combustione – ha sottolineato il consigliere Dario Menditto – era ovviamente riferito alla combustione a scopo energetico di rifiuti o altri materiali e non certo alla cremazione, che è una pratica di tutt’altra natura e che ha tutt’altro scopo». Dichiarazioni che non hanno comunque convinto gli altri consiglieri di minoranza, cittadini e comitati presenti. Con il sindaco che ha garantito: «Convocheremo la conferenza servizi propedeutica al rilascio dell’autorizzazione unica ambientale e porremo delle precise prescrizioni».

Per il consigliere D’Angelo il forno va fatto perché è un servizio pubblico. «Può essere rivisto il numero di salme potenziali, per evitare di passare ad una servitù – siamo preoccupati per un’ulteriore fonte di inquinamento sul territorio: la politica ha un onere in più: quello di garantire che l’impianto venga realizzato nel rispetto delle norme a tutela della salute».

E così, ad esempio, il consigliere Piendibene ha suggerito l’attivazione di un monitoraggio in continuo delle emissioni al camino e di una rete di monitoraggio dell’inquinamento attribuibile al forno crematorio. «Le decisioni in autotutela delle pubbliche amministrazioni sono sempre possibili – ha aggiunto il consigliere Grasso – se si tratti di valutare poi degli indennizzi diventa un problema politico».

Una cosa è stata ribadita da più parti: il consiglio comunale è stato estromesso dalla discussione. Non ne è convinta però la segretaria Caterina Cordella, protagonista di uno stizzito scambio di battute con il presidente del consiglio Riccetti. «Esiste il principio di continuità dell’attività amministrativa – ha ricordato – il progetto esecutivo del cimitero nuovo e quindi del tempio crematorio è stato approvato nel consiglio del 1980. Dal punto di vista tecnico, le delibere di giunta succedute dal 2012 sono corrette per la competenza. Già il consiglio si era espresso. Ed emerge in modo chiaro da tutti gli atti». Intanto il Consiglio torna a riunirsi questa mattina. All’ordine del giorno la Consulta dei Giovani, la nomina del collegio dei revisori dei conti, l’adozione della variante al Prg per l’intervento di Ater su via Canova.


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