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La chiesa Battista di Civitavecchia si prepara a festeggiare la Riforma

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di ITALO BENEDETTI*

CIVITAVECCHIA – “A via dei Bastioni c’è una chiesa, la chiesa evangelica battista. È lì da molti anni, vicino al mercato, quasi tutti la conoscono in città. Ma perché a Civitavecchia c’è una chiesa evangelica?

Per dare una risposta a questa domanda, devo partire da lontano. Il prossimo anno si celebreranno i 500 anni della Riforma protestante, la cosa ha avuto una certa eco anche in Italia perché – per la prima volta – il Papa ha annunciato che parteciperà alle celebrazioni. Si dice che il 31 ottobre 1517 uno monaco agostiniano tedesco – Martin Luther – affisse sul portone della cattedrale di Wittenberg 95 tesi contro le indulgenze. Questo evento, che in altri tempi sarebbe stato del tutto innocuo, in pochi anni determinò un cambiamento di paradigma nella cultura europea. In verità, la storia europea era già pronta a voltare pagina e Martin Lutero diventa la persona giusta nel momento giusto per far partorire all’Europa medievale l’epoca moderna.

La Riforma protestante è importante perché ha offerto le argomentazioni fondamentali per intraprendere quel cambiamento percepito come necessario nella cultura europea, ma di cui mancavano ancora le basi teoriche. Non che Lutero avesse teorizzato tutto da solo, egli coagulò molto di ciò che circolava tra le migliori menti europee. In secondo luogo, non va sottovalutato l’altro evento che ha contribuito alla nascita della modernità: la stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg a Magonza. Per impatto, qualcosa di molto vicino all’invenzione di Internet in questi decenni. Grazie alla stampa, le idee di Lutero hanno viaggiato alla velocità delle nuove tecnologie permettendo la loro diffusione e affermazione fra un largo pubblico.

Ma quali erano queste nuove idee, e perché sono state così cariche di conseguenze sulla cultura europea? La prima e più importante è stata quella di mettere la Bibbia al centro della chiesa. Detta oggi sembra una cosa da nulla, ma nel contesto del Sacro Romano Impero è equivalso ad un terremoto che ha cambiato per sempre il panorama della cultura europea. Sarebbe lungo da spiegare dettagliatamente, e anche fuori dall’intento di questo articolo, ma l’azione di “mettere al centro” implica il relegare alla periferia ciò che prima era percepito come centrale, infatti queste idee hanno cambiato per sempre la coscienza europea. Dirò solo poche cose a mo’ di battuta: se la Bibbia fonda la teologia, la tradizione della chiesa non la fonda più, e perciò, addio al tomismo in filosofia; se la Bibbia è l’autorità della chiesa, ecco che il sistema gerarchico della chiesa la perde; se la Bibbia è la norma etica del credente, ecco che i confessionali si svuotano; se la Bibbia è il centro della messa, ecco che l’eucaristia perde la sua centralità e così anche il prete che solo la può celebrare. Per dirla con una frase riassuntiva, l’Uomo si emancipa dalla Chiesa senza doverla, per questo, abbandonare. Questo può essere descritto come il primo atto della modernità. La perdita di potere della Chiesa permette ai Prìncipi – ossia la classe politica locale – di emanciparsi dalla sottomissione politica alla chiesa romana, gettando le premesse della nascita degli Stati nazionali.

La Riforma, però, non è solo Lutero. Anzi, è un fenomeno molto plurale. Il primo da nominare dopo Lutero è Giovanni Calvino che è importante per la cultura europea perché ha dato un nuovo significato al danaro. Lutero aveva dato al lavoro la dignità di vocazione, per cui il ciabattino aveva una vocazione ed un compito sociale come il prete; Calvino dà al danaro una nuova dignità. Esso non è più lo “sterco del diavolo”, ma uno strumento per l’avanzamento della società. La borghesia ha ora una sua legittimazione sociale.

Molto importanti sono stati anche gli Anabattisti. Questi rappresentavano “l’ala sinistra” della Riforma protestante. I primi erano pacifisti, in seguito alcuni divennero rivoluzionari. Il loro punto qualificante era che se la chiesa vuole essere davvero riformata deve nascere da capo. La chiesa era da “rifondare”, per cui chiedevano che i cristiani convinti ripetessero il battesimo già ricevuto da bambini inutilmente.

I Puritani, cioè i calvinisti inglesi. A dispetto dell’uso odierno del temine, i puritani non desideravano che si rispettassero dei costumi sessuali castigati, ma volevano una chiesa pura. La chiesa, secondo loro, doveva raccogliere solo quelli che veramente credevano in Cristo e non tutti indiscriminatamente. Questo pensiero cominciò a creare uno scollamento tra la chiesa e la società civile.

Tra i puritani c’erano i battisti (sì, noi della chiesa di via dei Bastioni). L’unico modo per ottenere un vero cambiamento è di distinguere la chiesa dalla società, perciò non si devono battezzare i bambini alla nascita, facendoli diventare contemporaneamente cittadini e fedeli della chiesa, ma ognuno – se e quando crede – deve scegliere di battezzarsi; un conto è la nascita – che ti fa cittadino dello Stato – un altro conto è la «nuova nascita» (Giovanni 3) che ti rende cittadino dei cieli. I battisti presto dissero che non bastava che la chiesa e la società fossero distinti, ma anche che la chiesa e lo Stato fossero separati: “libera chiesa in libero Stato”. Siamo ancora alla fine del 1600!

Ora, prima di concludere, devo fare un lungo salto per arrivare ad un pastore battista afroamericano dal nome evocativo, Martin Luther King, il quale forte di questa eredità sfidò il potere dei bianchi americani e condusse, come un moderno Mosè, il suo popolo verso la “terra promessa” dei diritti civili e venne ucciso nel 1968.

Tornando, in conclusione, alla domanda iniziale: perché è importante che ci sia una chiesa evangelica battista a Civitavecchia? Perché siamo i testimoni di questi valori fondamentali che hanno caratterizzato la cultura e la coscienza europea in questi 500 anni”.

*pastore Battista


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