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Fronte del No, convegno riuscito

Fronte del No, convegno riuscito

Fiumicino. Presenti il sen. Cervellini, Russo Spena e Agostini. Al tavolo la costituzionalista la prof. Roberta Calvano

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FIUMICINO – Molto seguito e partecipato l’evento organizzato dal Comitato per il ‘No’ di Fiumicino la scorsa settimana. Circa cento persone ad ascoltare i contenuti della Riforma, spiegata nel merito dalla professoressa di Diritto Costituzionale Roberta Calvano, e gli interventi politici a sostegno delle ragioni del ‘No’, tra cui il senatore Cervellini, il consigliere regionale Agostini e Giovanni Russo Spena. All’evento sono intervenuti gli assessori comunali Anna Maria Anselmi e Paolo Calicchio e i consiglieri comunali Antonelli, Bonanni, Chiodi, Petrillo.
«C’era bisogno di stare nel merito – spiegano dal Comitato – perché siamo quotidianamente bombardati da messaggi talmente semplificati e semplicistici che sviliscono il dibattito sulla riforma costituzionale e che, soprattutto, deviano l’attenzione degli elettori dai veri elementi critici di una riforma scritta male e confusionaria. Le persone hanno seguito i vari interventi e siamo contenti di essere riusciti a parlare non solo ai tanti già convinti per in ‘NO’, ma anche a persone dubbiose e intervenute proprio per cercare di capire per quale motivo questa riforma ha spaccato in due il paese. Un fatto gravissimo, se pensiamo che la Costituzione è la carta su cui tutti i cittadini italiani dovrebbero riconoscersi. Noi – proseguono dal Comitato che riunisce singoli cittadini, associazioni, ma anche esponenti politici di Pd, Sel/Si, Socialisti, liste civiche – siamo convinti che la parola «cambiamento» di per sé non abbia alcun significato: si può cambiare anche in peggio. Noi, invece, vorremmo cambiare in meglio, attraverso una Riforma che non tagli la Costituzione con l’accetta, ma che intervenga in modo mirato e sensato, senza perdere di vista i binari dei principi costituzionali che fino ad oggi hanno reso la Costituzione l’unico vero baluardo dei diritti dei cittadini italiani. La Riforma, se dovesse passare: mortificherà il voto popolare (i senatori non saranno più eletti direttamente dal popolo), ridurrà gli spazi di democratici (per le iniziative di legge popolare cittadini e comitati dovranno raccogliere il triplo delle firme, da 50mila a 150mila), comporterà uno squilibrio di rappresentanza delle autonomie locali in Senato (a parità di popolazione, alcune regioni avranno un numero di senatori sproporzionato rispetto ad altre), non elimina il bicameralismo e tra l’altro alcune leggi dovranno sempre essere approvate in seduta comune. Infine, il «voto a data certa» e la lettura del famoso combinato disposto danno chiara evidenza dei poteri accentrati in mano all’esecutivo».


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