Pubblicato il

Sfiorata la rissa in Consiglio

Sfiorata la rissa in Consiglio

Bloccati i lavori per circa due ore per la disputa nata tra il presidente Orsomando e il consigliere Ridolfi risoltasi con un nulla di fatto. Il buon senso ha consentito la ripresa dei lavori che ha portato all’approvazione della nuova TARI e del Piano di sicurezza 

di TONI MORETTI

CERVETERI – Definire grottesco quello che è successo mercoledì sera in apertura del Consiglio comunale nell’aula del Granarone, è il minimo. Non solo agli occhi di chi è lì per riportare gli avvenimenti di una istituzione deputata a deliberare fatti volti all’interesse comune nel rispetto dei tempi e delle forme dovute, col conforto di un’idea comune di trasparenza e di esercizio elevato delle regole democratiche che garantiscono tutti, ma anche e soprattutto agli occhi di  quei cittadini che meritano il rispetto di non vedere accapigliamenti e difese di posizioni personalissime, rispetto del loro tempo, e del loro danaro. No. Penso non abbia proprio divertito nessuno l’interpretazione estensiva di un potere, quello del presidente Orsomando, che dietro ad uno slogan che è diventato nel corso dei minuti, dei quarti d’ora ed infine delle ore, un tormentone,  “è contro legge”, per impedire ad un consigliere di esprimere un suo pensiero di contrarietà ad un fatto ben preciso: non aver iscritto all’ordine del giorno una mozione di sfiducia dallo stesso presentata contro il presidente.  Nel merito, può essere contro legge esercitare il diritto garantito dalla Costituzione ad esprimere liberamente il proprio pensiero? E ammesso che ci fosse una norma regolamentare di secondo livello che potesse creare ostacolo, per il ripristino del diritto primario cosa era contro legge ricorrere e rivolgersi all’assemblea dei consiglieri presenti, unica  sovrana, affinché con il voto dissolvesse ogni dubbio e ripristinasse il diritto primario ostacolato? E’ stato chiesto al presidente Orsomando, ma il potere di mandare al voto la richiesta lo aveva lui e quel diritto lo ha negato aggrappandosi al “non posso mettere a votazione una cosa che sarebbe contro legge”, e la sovranità dell’assemblea allora? Si è verificato un palese corto circuito tra un fatto di diritto sostanziale e uno di diritto formale. Può infatti una norma dettata da un regolamento interno che dice non si possa discutere in consiglio una cosa mancante, tra l’altro opinabile, di una delle caratteristiche richieste nelle modalità di deposito inibire un diritto Costituzionale come la libertà di esprimere il proprio pensiero? Ed ancora, si  può per altro, attraverso l’espressione del potere di una carica gerarchica, inibire e svuotare l’autorità e il potere  decisionale e deliberativo di un’assemblea sovrana, eletta e rappresentativa di tutta una comunità espressa anche dal parere della maggioranza dei capigruppo riunitasi in conferenza sospendendo il consiglio per ben quaranta minuti? Si chiede al presidente Orsomando: ”Crede che la gente presente abbia capito il senso della sua azione? Quella gente che era lì per vedere approvata la riduzione delle tariffe TARI ed altri provvedimenti fortunatamente approvati poi per il buon senso di Ridolfi che lo ha permesso interrompendo il patetico braccio di ferro? Che era lì per vedere approvato il Piano di sicurezza della Protezione civile da presentare in Regione, poi approvato anche esso per l’anzidetto motivo? Se lo chieda il presidente e onestà intellettuale vorrebbe ne rendesse plauso.

ULTIME NEWS