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Via Bruno, la presa in giro del Pincio: intervento con 20mila euro

Via Bruno, la presa in giro del Pincio: intervento con 20mila euro

Intanto la voragine è diventata un caso nazionale con l’imbarazzante intervista del Sindaco a ‘‘Striscia la notizia’’. Con una determinazione dirigenziale dell’ingegner Carugno è stata impegnata una somma ridicola, a fronte di un intervento stimato in oltre 700mila euro, per dimostrare di aver ottemperato all’ordine del Tribunale. Ma così si gioca con la sicurezza e la pelle delle persone

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CIVITAVECCHIA – La voragine di via Giordano Bruno è diventata un caso nazionale. Dopo che tutta Italia, con il servizio di ‘‘Striscia la notizia’’ andato in onda mercoledì sera ha potuto vedere l’incredibile situazione che da quasi due anni si vive nel cuore di Civitavecchia, con una imbarazzante intervista al sindaco Antonio Cozzolino, sempre mercoledì Palazzo del Pincio ha partorito una determina dirigenziale a firma dell’ingegner Pierluigi Carugno che appare più imbarazzante dell’intervista del primo cittadino.
L’oggetto dell’atto a prima vista sembra andare nella direzione ‘‘promessa’’ dal Sindaco di sistemare tutto entro il prossimo gennaio, e soprattutto di obbedire all’ordine del Tribunale di messa in sicurezza e ripristino dello stato dei luoghi ‘‘ante voragine’’. In realtà, leggendo il contenuto del provvedimento, si rimane quantomeno perplessi per il tipo di soluzione adottata dal Comune.
Per gli interventi urgenti della sola messa in sicurezza nel quadro della sistemazione statica ed idraulica del collettore fognario tra via Bruno e via Battisti, l’amministrazione comunale ha destinato la cifra di circa 23.200 euro, a fronte di un intervento complessivo che secondo la stima dello stesso tecnico incaricato dal Pincio, ingegner Capobianco richiederebbe oltre 700mila euro.
In sostanza, appare evidente come a fronte dell’ordine del Tribunale dello scorso 26 settembre con cui è stato intimato al Comune «di provvedere all’immediata messa in sicurezza della zona interessata dallo sprofondamento ed a mettere in atto gli interventi di ripristino del tratto di condotta fognaria oggetto del crollo», il Pincio risponde con un palliativo che sulla carta all’apparenza sembra rispondere a quanto chiesto dal giudice, ma nella sostanza si dimostra come una brutta ‘‘pezza’’ che, tanto per rimanere in tema, non copre certo la voragine che si è aperta. Né tantomeno i rischi per la sicurezza che derivano dallo stato del resto del collettore.
Nel frattempo, però, il Comune ha trovato il modo di spendere altro tempo ed altre risorse per un accertamento tecnico preventivo alla ricerca di presunti colpevoli, sulla base di norme del 1980, per palazzi costruiti settant’anni fa.


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