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Cerveteri, il disabile che vive in auto diventa un caso nazionale

Cerveteri, il disabile che vive in auto diventa un caso nazionale

Ieri mattina l’inviato di Striscia la Notizia Jimmy Ghione ha intervistato l’assessore ai Servizi sociali. Cennerilli: «Abbiamo messo in campo ciò che avevamo ma ha rifiutato una casa in coabitazione»

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di GIULIANA OLZAI

CERVETERI – Ieri mattina una troupe di Striscia la Notizia arriva a Cerveteri per fare un servizio sul caso di Alessandro Quintè, il disabile di 46 anni, che ha scelto di vivere dentro una macchina, opponendo rifiuto ad una sistemazione offerta dai Servizi sociali del comune, in una casa dove avrebbe dovuto convivere con un altro soggetto nelle sue stesse condizioni di bisogno. Il signor Quintè, disabile al cento per cento, da anni preso in carico e assistito dal comune, che gli riconosce un contributo che va ad integrare la sua pensione di invalidità che non raggiunge i 300 euro, rivendica una casa, senz’altro legittimamente, ma il comune per lui soltanto non ce l’ha. Di qui la soluzione proposta che lui ha rifiutato. Così Quintè si è rivolto a Striscia e il suo diventa un caso nazionale. L’inviato Jimmy Ghione si è presentato alla segreteria del sindaco, assente per una seduta del Consiglio della Città Metropolitana di Roma, così è stato ricevuto dall’assessora ai Servizi sociali Francesca Cennerilli e la responsabile del servizio  Catia Biscetti. Era presente anche  Quintè. Dice l’assessora che così accoglie Ghione:  «Siamo felici che voi di Striscia siate qui perché così accendete un riflettore sulle condizioni che per via dei tagli che ogni anno il Governo opera nei confronti dei  comuni sono costretti a vivere. E’ frustrante, sia per chi opera a livello politico che operativamente, non riuscire a dare risposte adeguate  alle esigenze dei cittadini. Nel caso specifico, quello relativo al signor Quintè, abbiamo messo in campo ciò che avevamo. Purtroppo Il signore lo ha rifiutato e comprendiamo pure il suo rifiuto. Una convivenza può non essere ritenuta la soluzione  più idonea ma questo è quello che noi abbiamo in questo momento».  

E rivolgendosi al giornalista continua: «Benvenuto quindi l’aiuto che ci darete per  far presente agli enti superiori  in che stato vivono i Comuni. Che hanno bisogno di risorse ulteriori  pena non riuscire a  soddisfare le necessità dei cittadini». A questo punto, al di là di come il servizio apparirà una volta montato e messo in onda, diciamo che non si è riusciti a creare una “frizione” tra soggetti, come è tipico del programma in questione. I giornalisti si sono in qualche modo congratulati coi servizi e lo stesso Quintè  annuiva. A questo punto, la Cennerilli entra più nel dettaglio del caso e spiega: «Il comune dispone di quattro case  già occupate da altre persone che sono arrivate precedentemente ad Alessandro. L’unica alternativa era metterlo in una struttura esterna  per un periodo di tempo in attesa che si liberasse qualcosa. La soluzione si trova con l’ipotesi di una coabitazione con un soggetto dello stesso sesso, di età comparabile e nel suo stesso stato di bisogno. Ma lui ha rifiutato quando è uscito dalla struttura. Tra l’altro, al Quintè, corrispondiamo  i fondi per l’estrema povertà che comunque sono un ulteriore sostegno. Questo significa che il servizio c’è, che da le risposte che può. Non abbiamo mai perso il contatto con Alessandro anche se lui, forse deluso, forse indispettito non ci ha più chiamato dopo che ha preso la  decisione che lo ha condotto al rifiuto. Da parte dei servizi c’è sempre la massima disponibilità però se mancano le risorse non ci sono altre alternative. Siamo nella condizione di dover dire che abbiamo delle serie difficoltà, perché tutti gli anni, e mi preme sottolinearlo,  il Governo  centrale opera dei tagli sulla spesa corrente dei comuni di un milione di euro che vanno ad impattare principalmente sui servizi sociali».

L’assessora ha fatto un appello anche alla cittadinanza, ai privati per riuscire a trovare una casa in affitto a costi bassissimi, perché col sostegno del comune, Quintè potrebbe farcela ad avere uno spazio tutto suo, vista la presenza di patologie delicate che forse stimolano il suo desiderio di privacy. Certo se gli si chiedono però seicento euro al mese di affitto non ce la farebbe mai.


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