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La voragine di via Giordano Bruno finisce in Consiglio

La voragine di via Giordano Bruno  finisce in Consiglio

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CIVITAVECCHIA – ‘‘Impegnare il Sindaco e la Giunta affinché, considerata la grave situazione di pericolo per l’incolumità pubblica, evidenziata anche dalle relazioni del Vigili del Fuoco attestanti una situazione in continua evoluzione peggiorativa, tenuto conto altresì dell’ordine imposto dal Tribunale di Civitavecchia sostanzialmente non ottemperato, e quindi della grave quanto ingiustificata inerzia del Sindaco del Comune di Civitavecchia, siano adottate, con procedura di somma urgenza, tutte le misure ed i provvedimenti ritenuti necessari per la messa in sicurezza dei luoghi, a tutela della pubblica incolumità dei cittadini, e per il ripristino statico e funzionale del collettore fognario tra via Giordano Bruno e via Cesare Battisti, anche in considerazione della circostanza che imminenti eventi atmosferici potrebbero comportare un improvviso mutamento peggiorativo dello stato dei luoghi stessi’’.
È questa la richiesta contenuta nella mozione presentata dal capogruppo della Svolta Massimiliano Grasso, intervenuto sulla vicenda della voragine che si è aperta a marzo del 2015 nel cortile degli stabili tra via Giordano Bruno e via Cesare Battisti. 
Una situazione su cui l’attenzione è alta, con i residenti preoccupati per quanto c’è sotto le loro abitazioni. Tanto da essersi rivolti, attraverso l’avvocato Pierluigi Bianchini, anche al Prefetto, proprio in virtù dei tempi troppo lunghi di intervento da parte del Comune che, se da un lato vuole vederci chiaro e capire se vi siano o meno responsabilità da parte dei privati, dall’altro nulla ha fatto in questi quasi due anni per rimettere in sicurezza la zona. La strada è chiusa da tempo ed interdetta al traffico veicolare, con il transito impedito anche ai pedoni, sul marciapiede lato monte. 
E così, in attesa dell’accertamento tecnico preventivo richiesto dal Pincio al Tribunale, il capogruppo della Svolta ha deciso di investire anche il consiglio comunale del problema, depositando la mozione. 
Nel dettagliato documento il consigliere ripercorre quanto accaduto in questi anni, con tutte le tappe della vicenda. 
L’intervento immediato è stato chiesto in virtù del fatto «che per l’azione di dilavamento, conseguente all’apertura della voragine, e alle concomitanti piogge si temono, come altamente probabili – si legge – ulteriori smottamenti con coinvolgimento delle strutture abitative limitrofe e tratti di strada urbana. Inoltre a poco meno di due metri dalla voragine insistono due edifici di cinque piani costruiti nell’immediato dopoguerra, senza strutture in cemento armato. Il Sindaco non ha adottato e non sta adottando  a tutela della pubblica incolumità  alcun provvedimento utile a prevenire ed eliminare i gravi e concreti pericoli che stanno seriamente minacciando l’incolumità pubblica». D’altronde la relazione tecnico illustrativa dell’ingegner Capobianco, incaricato dal Comune, è chiara: tra le varie criticità sottolinea la presenza, al centro di via Battisti, ‘‘una frattura che taglia trasversalmente tutta la sezione della galleria e che presenta una percolazione attiva lungo tutta la frattura con distacco sia dell’intonaco che dei vari elementi costituenti la struttura stessa. Frattura che ha dimensioni che variano da un minimo di 4 cm fino ad un massimo di 10 cm’’. 
Da qui la richiesta di messa in sicurezza, non possibile con i soli 20mila euro stanziati nei giorni scorsi dal Pincio. 


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