Forno crematorio: nasce un nuovo comitato e chiede il referendum cittadino
di FRANCESCO BALDINI
CIVITAVECCHIA – Nasce un nuovo comitato contro il forno crematorio e propone un referendum cittadino.
L’inceneritore di salme, che dovrebbe sorgere presso il cimitero nuovo di via Braccianese Claudia, continua a preoccupare e se ne parlerà nel Consiglio comunale previsto per domani pomeriggio alle 17,30. Nel corso dei lavori si discuterà la mozione del consigliere Massimiliano Grasso che chiede di indire un referendum o una consultazione popolare, per far esprimere i cittadini stessi su quest’opera i cui lavori continuano ad andare avanti nonostante tutto e tutti.
Ed il nuovo comitato, apolitico ed apartitico, sembra essere d’accordo con questa linea di pensiero al punto da aver già protocollato una richiesta all’attenzione del presidente Riccetti.
“Vogliamo semplicemente democrazia – ha spiegato Michele Pascale – chiediamo l’abrogazione della delibera 95 che da il via libera al forno crematorio. Noi vogliamo – ha continuato – che siano i cittadini a farsi carico di questo problema che è un qualcosa che inerisce ogni abitante di Civitavecchia”.
Nel corso di una conferenza il neonato comitato ha spiegato di non essere contrario al diritto alla cremazione e che non avrebbero avuto nulla in contrario se si fosse trattato di un impianto destinato solamente al territorio.
“Il progetto – ha evidenziato Pascale – è destinato a quadruplicare le linee e il piano di sotto sarà verosimilmente destinato allo stoccaggio e probabilmente la struttura si rivolgerà anche al territorio romano». Preoccupazioni diffuse e condivise anche dagli altri comitati e associazioni contrari al progetto. «Vogliamo sottolineare – ha detto Pascale – che la salute del cittadino è patrimonio collettivo e che il sindaco è responsabile in primis. Chiediamo che i cittadini siano informati e che possano scegliere tramite il referendum”.
Dal gruppo hanno spiegato che intanto i lavori vanno avanti e si aspettano che vengano interrotti sottolineando come l’impianto non porti nemmeno benefici a livello occupazionale: “Ci siamo informati – ha aggiunto Pascale – per gestire quattro linee di produzione sono sufficienti 7-8 persone. Aspettiamo il Consiglio comunale”.
Annarita La Rosa, vicepresidente ha voluto porre una domanda: “Perché ad Arezzo è stata vietata la raccolta di ortaggi vicino al forno crematorio? La nostra – ha concluso – è una città che sta morendo, noi diciamo basta. Vorremmo che Civitavecchia tornasse a respirare”.
Roberto Di Vito, altro membro del comitato, ha sottolineato alcune delle specifiche tecniche del progetto che suscitano preoccupazione.
“Il forno ha una ciminiera di soli 4 metri, quindi riverserebbe tutto nelle immediate vicinante. Inoltre c’è un passaggio in cui si dice che faranno convenzione con ospedali ed eccetera, cos’è – ha domandato Di Vito – questo eccetera?”.
In conclusione dal comitato hanno detto di essere aperti al dialogo con il resto del fronte del no al crematorio e hanno puntato il dito sui pentastellati avvisandoli: “Respingere un referendum potrebbe essere un’arma a doppio taglio”.