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Ladispoli: fumata nera per il Pd

Ladispoli: fumata nera per il Pd

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di FRANCESCO SCIALACQUA

LADISPOLI – Un’assemblea che ha tradito le attese nonostante la tanta pubblicizzazione dei giorni scorsi. Un incontro poco partecipato e privo della benché minima soluzione in vista delle elezioni comunale della prossima primavera.
Non serviva infatti un’assemblea per comunicare che al momento non c’è un candidato, che una delegazione incontrerà nelle prossime settimane la coalizione di governo e che eventualmente si procederà con le primarie.
Il partito democratico si pone ancora come forza centrale, ma il rischio a questo punto è che le ali della coalizione possano fare da sè bruciando sul tempo i democratici.
All’incontro erano presenti i parlamentari Tidei e Minnucci oltre che al capogruppo alla Città Metropolitana di Roma della lista di centrosinistra Federico Ascani. 
Proprio quest’ultimo è intervenuto a ribadire la sua indisponibilità alla candidatura a sindaco.
Al momento nulla sarebbe cambiato rispetto ai rumors pre incontro. I nomi sul tavolo resterebbero gli stessi, ma su nessuno di questi vi sarebbe una quadra nel partito.
Ora dovrà essere il direttivo a riunirsi per poi incontrare il resto della coalizione, ma l’assenza di idee da parte del Pd potrebbe rappresentare un lasciapassare per coloro che nel frattempo vogliono dar vita ad un proprio progetto. 
La coalizione di governo al momento è ben più ampia rispetto al Pd, che resta comunque forza maggioritaria al suo interno.
Le primarie sembrano essere l’estrema ratio, ma il Pd non può unilateralmente imporre il metodo per la scelta del candidato ad un gruppo più ampio del perimetro del suo partito. 
La segreteria provinciale del partito nei prossimi giorni renderà note le linee guida sui percorsi da intraprendere in vista delle prossime amministrative. 
Ma se le cose vanno secondo pronostico la strada delle primarie sarebbe tutt’altro che la via più gettonata anche alla luce delle fibrillazioni nel Pd.
A questo punto se un candidato Pd riesce a trovare da solo un appoggio ampio potrebbe mettere sotto scacco il partito oppure qualcuno da fuori potrebbe anticipare il Pd ponendo un outsider al quale sarà difficile poi contrapporre qualcuno.
L’incontro di domenica rischia di rappresentare uno spartiacque che dà campo libero a chi vuole avviare la propria campagna elettorale, sia esso del Pd o di altre forze di maggioranza.


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