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Consiglio: il forno accende il dibattito

Consiglio: il forno accende il dibattito

Partecipata seduta all'aula Pucci. Prosegue il dibattito sulla mozione del consigliere Grasso. Il presidente Riccetti rifiuta l'emendamneto del sindaco: ed è bufera in maggioranza

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CIVITAVECCHIA – “Ma siete d’accordo o no?”. È la domanda che continua a risuonare all’interno dell’aula Pucci, con il consiglio che si è nuovamente acceso sulla discussione in merito alla realizzazione del forno crematorio al nuovo cimitero di via Braccianese Claudia. 

Il consiglio è chiamato a decidere sulla proposta di referendum o di consultazione popolare inserita all’interno della mozione presentata dal capogruppo della Svolta Massimiliano Grasso, rinviata nell’ultima seduta su richiesta della maggioranza per poterla studiare e chiarire i diversi aspetti. “Una mozione – ha spiegato il sindaco Antonio Cozzolino – che continua ad essere illegittima, ed anzi è irricevibile dal punto di vista politico, invotabile, capziosa perché inserisce un errato parametro di royalties”.

Motivo per il quale, a non del gruppo Cinque Stelle, ha decisivo di “emendare ampiamente” la mozione, sostenendo le iniziative referendarie che prov negano dal basso “e rispettando il regolamento – ha aggiunto Cozzolino – come fatto dal comitato ieri. Perché Grasso ha presentato una mozione che non porta a nulla; evidentemente non è interessato al referendum, altrimenti avrebbe seguito la stessa strada”. 

“Vergogna, vergogna, vergogna” la replica di Grasso. “Silenzio tombale di questa amministrazione sul forno in questo anno – ha aggiunto –  con il consiglio che non si è mai espresso su questo tema, se non con il passaggio nel piano triennale delle opere, ma senza entrare nel dettaglio”. 

Il consiglio è stato quindi sospeso per discutere. 

“Un emendamento – ha commentato alla ripresa il consigliere Di Gennaro – che non convince perché non si prende una decisione chiara”. “Sono sei mesi che si discute del forno ed è ormai giusto che si vada al referendum – ha aggiunto Guerrini – anche se ci sono anche altri importanti problemi”. 

La discussione è andata avanti, a suon di emendamenti au emendamenti, richieste e chiarimenti, su chi sia “titolato” a chiedere un referendum, con accesi scambi di battute tra opposizione e maggioranza. 

La decisione del presidente del Consiglio Alessandra Riccetti di rifiutare l’emendamento del Sindaco “perché è una proposta, che va ad inficiare il diritto di iniziativa di un altro consigliere” fa esplodere la bufera in maggioranza. E non solo. Anche il segretario generale si scaglia contro la presidente. “C’è violazione del regolamento. Invierò tutto alla Prefettura”. 

Il segretario si è poi espresso su richiesta del presidente, accogliendo tutti gli emendamenti. 

Parere dopo il quale il capogruppo della Svolta, ribadendo il senso politico della mozione stravolta dalla maggioranza e non condividendo questa decisione, ha ritirato la sua mozione. “Prendo atto, non condivido e deve essere chiaro – ha ribadito – la proposta iniziale chiedeva la sospensione dell’iter, L’indizione del referendum o la consultazione popolare; indizione da parte del consiglio comunale. Oggi invece ci si lavano ancora le mani. I cittadini sono già partiti. Qui non si discute neanche nel merito; la volontà politica della maggioranza è emersa timidamente. Oggi la maggioranza non si è voluta assumere la responsabilità. Se il segretario darà parere positivo al quesito presentato dal comitato e si raccoglieranno le duemila firme, tra due o tre mesi, con i lavori quasi a conclusione, allora il consiglio ne prenderà atto. Oggi è solo una ulteriore presa in giro. Per questo ritiro la mozione”. 

 


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