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Ladispoli. "Il Pd non usa il cappello a cilindro"

Ladispoli. "Il Pd non usa il cappello a cilindro"

di DANILA TOZZI

LADISPOLI – «Il PD di Ladispoli non usa il “cappello a cilindro” o gli effetti speciali per esprimere il candidato Sindaco alle elezioni comunali della prossima primavera». 
Queste le dichiarazioni di Carla Zironi all’indomani dell’Assemblea degli iscritti in vista delle prossime elezioni amministrative. «Usa il metodo dell’analisi logica (basato sul ciclo ventennale di “governance”) per offrire una nuova prospettiva programmatica e scegliere coerentemente l’aspirante a Palazzo Falcone». 
Ancora così si esprimono dal Pd benché “punzecchiati” per far uscire qualche nome (che poi non è uscito forse per paura che possa poi bruciarsi). Insiste infatti nel suo comunicato l’ufficio stampa che nell’odg di domenica mattina era prevista principalmente la presentazione della bozza di documento programmatico da integrare con proposte, «dando per scontato che nel dibattito si parlasse anche del profilo del candidato a Primo Cittadino ladispolano e di tutti quei passaggi necessari a costruire la compagine elettorale».  
Così le integrazioni al programma sono state presentate dalla platea degli iscritti; l’ultima parola spetterà al Direttivo del Circolo, che presto sarà convocato. Nessuna preoccupazione che maggio sia alle porte «Non si vota domani e il tempo a disposizione va speso riflettendo a dovere». Ma che si sia aperta una nuova stagione, di questo sono consapevoli, così come sono consapevoli che oggi aldilà di bandierine e steccati l’elettore non vota più da posizioni ideologiche ma secondo un criterio nuovo: “dimostrami cosa hai fatto, cosa hai realizzato per il territorio e per il benessere della città”. 
Da qui l’assunto, spiegano nella nota, che si ha bisogno di allargare la piattaforma a una maggiore collaborazione e condivisione, «come succede in molte città simili a Ladispoli per dimensione sia in Italia che altrove. Oltre alla doverosa conservazione del patrimonio di pubblica utilità, il modello di riferimento – chiosano- è quello di una gestione circolare all’interno del quale amministrazione pubblica, “semplici cittadini e organismi di varia natura mettono a disposizione competenze, tempo, beni e conoscenze per la creazione di legami virtuosi” senza escludere le fasce più deboli. In parole povere portare a sistema la partecipazione applicando le nuove tendenze di governance». 
Sarà realizzabile l’ambizioso progetto?

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