Forno crematorio: comitati pronti a raccogliere firme
CIVITAVECCHIA – Dopo il consiglio comunale fiume di mercoledì sera, con la decisione di un sì al referendum sul forno crematorio, ma una volta presentate le duemila firme necessarie da parte dei cittadini, i comitati sono pronti a rimboccarsi le maniche.
“Contiamo di iniziare una campagna capillare già tra una settimana – ha spiegato Mario Michele Pascale, tra i coordinatori del nuovo comitato contro il forno crematorio – coem emerso anche alla Pucci, i cittadini hanno anticipato e hanno fatto meglio della politica, e su questa strada contiamo di proseguire. Attendiamo la vidimazione dei registri e dei documenti da parte del Tribunale, cosa che dovrebbe avvenire entro i primi giorni della prossima settimana, e siamo già impegnati con la pianificazione dell’azione sul territorio, con la richiesta ad esempio degli spazi per i banchetti dedicati alla raccolta firme”.
Il comitato conta di andare oltre le duemila firme, proprio per dare un segnale forte, ma vuole farlo al più presto, “perché nel frattempo – ha aggiunto Pascale – i lavori del forno vanno avanti ed il rischio è che si arrivi al referendum quando ormai sarebbe davvero difficile bloccare l’opera”. E sarà fondamentale l’informazione, soprattutto per ovviare al nodo “quorum” che preoccupa qualsiasi comitato referendario. “Sono però sicuro – ha concluso Pascale – che se debitamente informati i cittadini non si sottrarranno al voto; parliamo di una tematica, quella del forno crematorio e, nel complesso, della tutela ambientale e della salute, molto sentita”.
Pieno sostegno all’iniziativa è stato fornito dall’altro comitato che, in questi ultimi quattro mesi, si è dato molto da fare. “Siamo favorevoli ed ovviamente sosteniamo il referendum – ha spiegato Roberto Melchiorri – perché è lo strumento più democratico che esiste. Siamo a disposizione di tutti, se l’intento è quello di bloccare questo forno, il progetto industriale di oggi, non l’opera giudicata come un servizio pubblico. Nello stesso tempo, però, proseguiamo sulla strada che abbiamo tracciato in questo periodo, e che ci ha portato a presentare quattro diffide e cinque denunce”: Una strada fatta di carte, documenti, atti legali e ricorsi, di cui si attendono le risposte. “E perché no – ha concluso Melchiorri – speriamo che queste arrivino prima del referendum, così potremmo anche far risparmiare il Comune”.
Perché, tra le tante perplessità, uno dei nodi esposti dalla maggioranza è anche quello dei costi. “Se la cittadinanza chiederà il referendum su questa questione, cosa non fatta in questi 4 anni, saremo ben felici di portare in consiglio la volontà popolare – ha commentato il sindaco Antonio Cozzolino in un lungo post su Fb – se i cittadini non chiederanno il referendum tramite le modalità previste dal regolamento, non vedo perchè spendere 125.000 euro di soldi pubblici, di tutti i cittadini, per fare un qualcosa che nessuno, fino a martedi, ha formalmente chiesto. Il referendum, propositivo e senza quorum, sarebbe stato sicuramente opportuno nel 2012, prima dell’avvio delle pratiche. Ma così non è stato, perchè la Giunta Tidei così non ha voluto. Cosa che purtroppo gli esponenti del Pd, ieri in maggioranza mentre si approvava la delibera di pubblica utilità, tentano continuamente di far finta di dimenticare. I cittadini che chiedono un referendum, sul forno crematorio o su qualsiasi altro argomento di interesse generale, avranno sempre il nostro plauso e, in presenza di un quesito che abbia i requisiti previsti dalla Statuto e dal Regolamento e sia sostenuto da almeno duemila firme, la disponibilità già votata martedì dai consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle a deliberare l’indizione del referendum”.
“Ipocrisia all’ennesima potenza” hanno tuonato i consiglieri del Pd Marco Piendibene, Rita Stella e Marco Di Gennaro ed il segretario Enrico Leopardo. “Non si può definire altrimenti il tentativo di Cozzolino e company, fuori tempo massimo, di mettere il cappello sulla proposta di indizione del referendum sul forno crematorio avanzata dai comitati dei cittadini – hanno sottolineato – più preoccupati dei soldi che della salute, invece di approvare direttamente in Consiglio l’indizione del referendum accelerando così i tempi della sua realizzazione, fanno melina mentre il forno viene realizzato. Questa ipocrisia è tanto più grande in quanto siamo pronti a scommettere che lo stesso quesito presentato dai Comitati – hanno aggiunto – sarà dichiarato inammissibile adducendo le motivazioni più stravaganti come abbiamo già più volte constatato. Ancora una volta non hanno voluto metterci la faccia, una faccia che hanno perso più volte accettando i soldi dell’Enel e dell’Autorità portuale e contraddicendo il loro programma così come hanno fatto approvando il forno crematorio nonostante avessero promesso di non introdurre ulteriori fonti di inquinamento. Coerenza e trasparenza non gli appartengono ma solo la puerile furbizia e il cinico comportamento di individui autoreferenziali che non hanno a cuore il bene della città”.