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Cerveteri, c'è fermento politico

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CERVETERI – Nonostante le feste natalizie alle porte, la situazione politica sembra di godere soltanto di calma apparente. Continua a fare capolino con delle vignette che appaiono con una certa frequenza su FB su un profilo che si definisce “accozzaglia” di qualche cosa solertemente condivise da,  pensate un po’, quel Maurizio Falconi che ha creduto tanto di poter diventare coordinatore di circolo locale del Pd,  tanto da arrivare, con la spinta ed il sostegno di amici e strateghi super informati, ad accettare una proclamazione al limite di ogni principio della fisica, per quanto riguarda un equilibrio difficile da intravvedere, molto simile a quello dell’”aderenza” sempre citata e tanto strombazzata da De Angelis. Carica come coordinatore del PD e aderenza allo stesso che vantava De Angelis, infrantesi miseramente contro regole, etica comportamentale e statuto.  Mi ha riportato alla memoria il tentativo di colpo di stato in Spagna il 23 febbraio del 1981, quando Tejero, colonnello della Guardia Civil, alla testa di un manipolo di “mbriachi” si presentò alla “Cortes” con una pistola in mano e minacciò i deputati sparando uno o due colpi in aria. Me lo ha ricordato per la sua comicità non certo per la sua drammaticità. Anche quel tentativo avvenne  in un momento di passaggio: non volevano, i militari, i proprietari terrieri e frange nostalgiche della nobiltà, passare alla gestione democratica del paese.  La questione fu risolta la notte stessa. L’indisponibilità del Re Juan Carlos, lo ridusse ad un nulla di fatto in una notte. Qualcuno si chiederà: “Ma dove sono le analogie con quanto successo a Cerveteri?” I fatti della storia, a ben cercare, possono trovare analogie con episodi piccolissimi riconducibili a piccolissime realtà.  Innanzi tutto il modo sgangherato in cui si è svolto il tentativo. Poi ci sono le componenti nobili non ancora rassegnate, i masnadieri “stranieri”, noti mediatori di affari pronti ad afferrare ogni opportunità di potere che si traduca in profitto, e una classe politica “vassalla”, che sa svolgere solo quel ruolo.  A destra, il fenomeno sembra soltanto più attenuato ma non è così. Chi aveva certezze conclamate da fatti che erano ritenuti emblematici, con poche mosse e poche battute, le ha perse. Questo perché anche a destra ci sono politici sempre stati referenti degli stessi personaggi che con un misterioso “collante” che sembra essere molto persuasivo,  hanno giocato per anni, e vogliono giocare ancora anche con la sinistra. 
L’azzardo più grosso che stanno facendo è quello di creare una trasversalità tanto innaturale quanto legata ad un comune denominatore che è purtroppo estraneo ai protagonisti e tantomeno al popolo, avvalendosi di personaggi che tale gioco lo hanno sperimentato e svolto con profitto da anni. La speranza che possa interrompersi sta nella gente per bene, progressista e moderata,  che trovi la forza e la responsabilità di” sdoganarsi” da consuetudini che non sono più comode. Che abbiano il coraggio di chiedere la loro “Indipendenza” con una dichiarazione di fatto che si esprime solo attraverso l’azione. A tutti Buon Natale.

To. Mo.


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